Egitto, blitz anti-Isis. Uccisi per errore 12 turisti

I dodici turisti scambiati per terroristi e uccisi dai militari egiziani, al momento dell’attacco si trovavano in una zona proibita. Ma la società nega: «Non è una zona vietata ai turisti. Ci facciamo sempre brevi soste prime di andare a Bahariya»

Egitto, blitz anti-Isis. Uccisi per errore 12 turisti

Scambiati per jihadisti e uccisi per errore dalle forze dell’ordine egiziane. È questa la tragica sorte toccata a 12 persone, tra cui turisti messicani e guide egiziane, mentre altri dieci sono rimasti feriti durante l’operazione antiterrorismo. A riferirlo la Bbc, citando il ministero dell’Interno egiziano, secondo cui una squadra mista di poliziotti e militari ha aperto il fuoco ‘per errore’ contro un convoglio di 4 autobus, entrati nella zona proibita di Al-Wahat, nel deserto occidentale, scambiandoli per quelli di miliziani dell’Isis, che ieri mattina avevano rivendicato un agguato alle truppe del Cairo. Si tratta della stessa ‘zona non autorizzata ai turisti’ dove lo scorso agosto è stata sgozzata una croata. Da quanto riferisce un portavoce del ministero egiziano, l’agenzia turistica che ha organizzato il tour non era in possesso dei permessi necessari per attraversare la zona e non aveva neppure informato le autorità. Dunque i turisti, sempre secondo la stessa fonte, «non dovevano essere lì» al momento dell’attacco. «Dovevano passare la notte in un hotel di Bahariya, a circa 350 km dalla capitale egiziana, ma si sono fermati 100 km prima dell’oasi», ha detto un dipendente della società organizzatrice. Le vittime sarebbero scese dai 4 veicoli su cui viaggiavano per cenare, quando tre aerei da combattimento dell’esercito hanno iniziato a sparare e lanciare missili sul gruppo. Alcuni di loro hanno tentato invano di scappare, mentre i militari li inseguivano continuando a far fuoco e lasciandoli senza vie di fuga.

La società ha negato però che si trattasse di una zona proibita ai civili: «È l’area dove spesso facciamo brevi soste prima di andare a Bahariya. Non è vietata come è stato detto». Dura la condanna del presidente messicano Enrique Pena Nieto che ha richiesto su Twitter un’indagine esaustiva del governo egiziano. Intanto è stato aumentato il personale diplomatico al Cairo per assistere i feriti e i familiari delle vittime.

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