Elezioni in Spagna, è crisi politica: crolla il bipartitismo, ora tocca decidere al re

Terminato il bipartitismo spagnolo dei partiti. La Spagna ora chiede al re Felipe VI di cercare una coalizione. 25 milioni di votanti si sono presentati alle urne ma pochi con le idee chiare

Elezioni in Spagna, è crisi politica: crolla il bipartitismo, ora tocca decidere al re

La politica spagnola ha subito un grosso scossone in questi giorni, secondo anche quanto riportano i tabloid spagnoli in cui si leggono titoli come “Benvenuti alla politica all’italiana”. Questo perché con i risultati delle ultime elezioni definite storiche, ora la politica spagnola è diventata, per certi versi, come quella italiana: caotica e soggetta a ricatti, con imbrogli e con tanto di richieste da parte di partiti nazionalisti o indipendentisti. Un momento importante per la storia spagnola poiché il bipartitismo politico tra centro-destra e centro-sinistra che si alternavano al potere, che è andato avanti in maniera equilibrata dall’72, circa 40anni, è crollato. Alla fine delle elezioni per decidere chi salirà al governo, la Spagna è senza presidente, nessuno delle fazioni che sono corse alle elezioni è riuscito ad avere la maggioranza. Il Pp (Partito Popolare) di centro-destra guidato dal premier Mariano Rajoy vince ottenendo il 28,7% dei voti e 122 seggi su 350 nel nuovo Congresso di Madrid, ma perdendo 64 deputati e la maggioranza assoluta rispetto alla legislatura uscente; il Psoe Partito Socialista Operaio Spagnolo di centro-sinistra di Pedro Sánchez arriva secondo con il 22,1% e 91 deputati, e ne perde 20.

Nuovi partiti anti-casta in gioco in Spagna, ma si vuole un’unione totale – Dunque nessuno dei due storici partiti ha avuto la maggioranza, anche per via dell’entrata in politica di due nuovi partizioni: Podemos, e Ciudadanos che hanno distrutto quel perfetto equilibrio tra le due fazioni che si intervallavano di anno in anno. In queste elezioni Podemos, partito post-indignado di Pablo Iglesias, tendenzialmente di destra, dopo una spettacolare rimonta negli ultimi giorni di campagna, registra un successo storico e sbarca in parlamento con 69 deputati, vincendo in Catalogna e nel Paese Basco. Il partito Ciudadanos, partito cittadino di centro-sinistra guidato da Albert Riva, è arrivato al quarto posto con il 13,9% e 40 deputati. Quindi nessuno di loro ha raggiunto la maggioranza, che prevedeva la metà più uno di tutti i seggi pari a 172 voti. Da una parte il popolo spagnolo, pur di risolvere questo piccolo disordine, pensa a un modo univoco per poter evitare di tornare alle urne tanto presto: la “gran coalición”. Gli spagnoli, secondo quanto si dice anche nei talk show in onda in questi giorni, desiderano l’unione totale dei quattro partiti soprattutto perché i quattro hanno principi molto simili, ma con l’unica differenza che i nuovi partiti sono anti-casta. Purtroppo, come da costituzione spagnola, l’unico che può riuscire a porre rimedio resta comunque il sovrano.

Re Felipe fungerà da mediatore
Re Felipe VI, salito al trono circa diciotto mesi fa, ora deve usare i suoi poteri decisionali, pochi secondo la costituzione, per fare da mediatore e mettere ordine alle alchimie contrastanti che si sono create nel corso dei mesi. La prima cosa da fare è sentire i leader di tutte le forze rappresentate in Parlamento per sondare le possibilità di patti e accordi. Anche perché già da tempo il nuovo re aveva detto: «Prometto una monarchia rinnovata per un tempo nuovo». Rajoy, intervistato, ha affermato: «Tenterò di formare un governo stabile. Abbiamo vinto di nuovo le elezioni, più di sette milioni di elettori hanno rinnovato la fiducia nel partito: grazie, perché sappiamo che non era facile, e oggi abbiamo base solida per il futuro» ha dichiarato il premier uscente. «Sono consapevole che abbiamo vissuto anni complicati, abbiamo preso decisioni per nulla facili, impopolari, che nessun governo vorrebbe prendere, ma abbiamo fatto ciò che ritenevamo che fosse nell’interesse del Paese, l’unica cosa da fare». Anche Sanchez ha riconosciuto che spetta ora al leader Pp tentare di formare il nuovo governo e si è congratulato con lui.

25 mln di votanti, indecisi un cittadino su 4
Di certo è il popolo spagnolo che decide, e non tarderanno a scegliere una nuova probabile fazione, e in molti sono già quelli che dichiarano la scelta del nuovo partito di centro-destra Podemos nel caso di richiamo alle urne. Tuttavia queste elezioni seppur hanno visto presentarsi alle urne 25 milioni di cittadini, uno spagnolo su quattro era indeciso, e a quest’incertezza contribuisce senza dubbio il fatto che per la prima volta il sistema politico spagnolo esce dal meccanismo dell’alternanza. Questo disequilibrio ha puntato ad offrire più scelta all’elettore, chiamato a indicare chi nei prossimi anni dovrà sciogliere nodi cruciali come le diseguaglianze crescenti, gli alti livelli di disoccupazione, gli scandali, e la secessione della Catalogna che diventerebbe indipendentista con l’eventuale tentativo che la secessione potrebbe innescare nelle altre regioni del Paese.

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