Donald Trump cita il celebre slogan di Benito Mussolini su Twitter, il web s’indigna e lui si difende: «E’ una bella citazione, mi piace come suona. Che differenza fa se è Mussolini o un altro?». Intanto i repubblicani lavorano ad un piano B per fermare la sua ascesa e puntare su Mitt Romney
Ancora polemica su Donald Trump, che si sa, durante la campagna per le primarie repubblicane ne ha sparate delle grosse. Questa volta ha tirato fuori una citazione di Benito Mussolini indignando la rete. «Meglio vivere un giorno da leone che cento giorni da pecora», ha scritto il miliardario sul suo profilo Twitter, riprendendo un celebre slogan del duce. Dopo le implacabili polemiche e i commenti sui social Trump ha voluto sottolineare che non si è trattato di una gaffe, ma che trovando la citazione interessante, nonostante sapesse fosse stata pronunciata da Mussolini, ha voluto inserirla nella sua campagna. «Sapevo di citare Mussolini. E’ una bella citazione, è interessante, mi piace come suona. Che differenza fa se è Mussolini o un altro?», ha spiegato il candidato alle presidenziali Usa 2016 nel corso di un’intervista alla Msnbc. E alla domanda se con quel tweet aveva intenzione di alimentare un paragone con Mussolini, associandosi così ad un fascista, Trump ha risposto: «Me ne frego, io voglio essere associato a belle citazioni».
Trappola o provocazione?
Come si è venuto poi a sapere, la frase del duce ritwittata da Donald Trump è stata ripresa da un account “trappola” che come foto del profilo aveva un’immagine di Mussolini ritoccata con i capelli biondi di Trump, creato lo scorso anno da Gawker, un sito di gossip newyorkese, dove si legge: «Abbiamo creato quell’account per vedere se Trump era abbastanza stupido da ritwittarlo. Lo è stato!». Non è dato sapere però se il candidato repubblicano sia caduto realmente nella trappola, o se abbia citato volutamente Mussolini come provocazione. Del resto quelle lanciate finora, nonostante critiche e polemiche, gli sono valse una valanga di voti.
La Mission Impossible dei repubblicani: fermare Donald Trump – Dopo l’ennesima polemica i repubblicani starebbero lavorando ad un piano B per correre ai ripari e fermare l’ascesa di Trump, vista come un’ipotesi “catastrofica”. Si pensa quindi a fare largo a Mitt Romney nel caso in cui Marco Rubio dovesse perdere in Florida. Fermarlo sembra essere però una “missione impossibile”: Trump è infatti il favorito, nonostante tutto.
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