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Esami di terza media per i disabili, arriva lo stop del governo: “Un colpo basso”

Con la modifica del principio del Dpr 122/90, i disabili, durante l’esame delle scuole secondarie di primo grado, dovranno affrontare esami equipollenti a quelli ordinari. Polemiche da parte di 68 associazioni a tutela dei disabili assieme a centinaia d’insegnanti di sostegno

È stato definito «un colpo basso del governo» quello dell’ostruzione per gli studenti disabili che affronteranno l’esame di terza media. Da oggi 7 febbraio, infatti, avere il diploma delle scuole medie non sarà più così facile per i circa 70mila studenti con handicap che frequentano le scuole secondarie di primo grado italiane. Il motivo riguarda proprio la modifica del principio del Dpr 122/09: prima della modifica l’esame di primo ciclo per i disabili era considerato come la conclusione di un percorso di formazione che l’alunno con disabilità aveva perseguito in modo personalizzato. Una notizia che non è andata giù alle 68 associazioni a tutela dei disabili e alle centinaia di professori di sostegno che hanno considerato il tutto come «un colpo basso all’inclusione». La polemica riguarda soprattutto due parole contenute nello schema del nuovo decreto sulla valutazione che risulta ora essere all’esame delle Commissioni parlamentari. Tale vaglio introduce il concetto di «prove equipollenti». Proprio come da testo, si legge: «Agli alunni con disabilità per i quali sono state predisposte dalla sottocommissione prove non equipollenti a quelle ordinarie, viene rilasciato un attestato di credito formativo». Dunque viene abolita la possibilità di conseguire il diploma di licenza media sostenendo delle prove diversificate e viene introdotto il concetto di equipollenza che era stato adottato fino ad oggi solamente nelle scuole superiori.

Gli esami saranno «equipollenti a quelle ordinarie»
Flavio Fogarolo, componente del gruppo scuola della “Fish Veneto” (Federazione italiana per il superamento dell’handicap) ha voluto sintetizzare: «Di fatto, si elimina la possibilità, per disabili intellettivi, autistici e pluri minorati, di conseguire il diploma». Tuttavia le prove differenziate non saranno totalmente eliminate, ma ci saranno nel prossimo schema del decreto con «valore ai fini del superamento dell’esame e del conseguimento del diploma finale» solo se «equipollenti a quelle ordinarie». A spiegare la faccenda l’avvocato Chiara Garacci, legale di diverse associazioni: «Con la normativa antecedente tutti i ragazzi disabili potevano avere prove differenziate, anche facilitate, per raggiungere l’obiettivo della licenza. Ora le prove potranno essere differenziate solo in senso metodologico, ad esempio testi in Braille per i ciechi, ma non dal punto di vista didattico».

Se così non fosse, a tutti gli scolari con handicap, sarà rilasciato un attestato che gli permetterà sì di frequentare la scuola secondaria di secondo grado ma senza avere alcuna possibilità di diplomarsi a tutti gli effetti: «La programmazione per loro era finora identica a quella degli studenti normodotati, ma procedeva per obiettivi minimi: ora invece rischiano di seguire un percorso di formazione di livello inferiore». Ma non tutto sembra «perduto»: è proprio Simona Flavia Malpezzi, parlamentare Pd, che spiega come «le deleghe potranno essere modificate, non sono pietre miliari: la riflessione è aperta e sono previste audizioni di associazioni, neuropsichiatri, esperti, proprio per valutare tutti gli aspetti critici», ha concluso.

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