Frutta e verdura antidepressivi naturali secondo uno studio spagnolo

I risultati emersi da una recente ricerca condotta dalla University of Las Palmas de Gran Canaria evidenziano che mangiare frutta e verdura quotidianamente ed in modo abbondante potrebbe aiutarci a combattere la depressione

Frutta antidepressivo naturale secondo uno studio spagnolo

Mangiare frutta e verdura quotidianamente ed in modo abbondante potrebbe aiutarci a combattere quello che è stato definito da alcuni sociologi come il male del terzo millennio, la depressione. Ad evidenziarlo, i risultati emersi da una recente ricerca condotta dalla University of Las Palmas de Gran Canaria. Non un’indagine qualsiasi, ma uno studio condotto su un campione di oltre 15mila persone che con metodo scientifico avrebbe chiarito ciò che era un sentire comune e un dato noto già a seguito di precedenti ricerche, ossia che una dieta a base di frutta, oltre ad avere tantissimi benefici sulla nostra salute fisica, avrebbe effetti incredibilmente positivi anche sulla nostra salute mentale. Ed i risultati sono illuminanti: un consumo abbondante di frutta e verdura, soprattutto se quotidiano, protegge il nostro cervello da ogni tipo di patologia che riguarda il cervello umano. Al contrario, una dieta ricca di carni e grassi ci espone al rischio di andare incontro a depressione. In particolare, oltre alla frutta e alla verdura, sono risultati di grande impatto anche i legumi e la frutta secca, tutti alimenti ricchi di acidi grassi omega 3, oltre alle tante vitamine e minerali.

È chiaro, peraltro, che associare una dieta equilibrata a uno stile di vita salutare, fatto di tanta attività fisica e pochissimi vizi, completerebbe un quadro che altrimenti non avrebbe gli stessi effetti desiderati. Non si tratta della “scoperta dell’acqua calda”, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ma di un contributo scientifico ad evidenze già note ai nostri nonni, che dovrebbe contribuire a sensibilizzare la popolazione ad abbandonare abitudini alimentari iperproteiche e sganciate dalla nostra tradizione mediterranea che, purtroppo, si sono sempre più diffuse, specie tra le fasce più giovani della cittadinanza.

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