India, 16enne stuprata da un coetaneo si dà fuoco per la vergogna

È stata chiusa in una stanza e stuprata da un coetaneo, poi si è data fuoco per la vergogna subendo ustioni su circa il 40% del corpo, adesso lotta per sopravvivere. I familiari: «Ci hanno proposto un risarcimento. Come possono pensare che ci sia una somma che valga la sua vita?»

India, 16enne stuprata da un coetaneo si dà fuoco per la vergogna

È stata stuprata da un coetaneo nella sua casa, non ha retto alla vergogna e si è data fuoco. La tragica notizia arriva da Ghaziabad, in India, dove martedì scorso un ragazzo di 17 anni, identificato solo con il nome di Babloo, ha fatto irruzione nell’abitazione della sua preda, 16enne della casta dei Dalit, il livello più basso nel sistema sociale induista, l’ha presa con la forza, l’ha aggredita chiudendola in una stanza, e l’ha stuprata. A porre fine alla violenza è stato il fratello della vittima, che udendo le urla da fuori è corso in casa per vedere cosa stesse succedendo. A quel punto è stato anche lui aggredito e malmenato, poi Babloo è fuggito. «Babloo ha aperto la porta e ha iniziato a lanciare accuse su mio figlio», ha raccontato il padre della 16enne. «Ha fatto osservazioni sul fatto che noi siamo dei Dalit, lo ha schiaffeggiato e ha minacciato di ucciderlo». Il ragazzo è stato denunciato dai familiari della vittima ed è stato arrestato poco dopo, in fuga invece un suo amico ventenne, di nome Amit, che, secondo quanto riportato dalle autorità locali, faceva la guardia davanti al cancello per avvertire Babloo qualora si avvicinasse qualcuno. Dopo essere stata violentata, la ragazza, non riuscendo a reggere alla vergogna, si è cosparsa di cherosene dandosi alle fiamme: ha subito ustioni su circa il 40% del corpo e adesso lotta tra la vita e la morte. I medici del Sudarshan Hospital, dove è stata ricoverata dopo essersi arsa viva, hanno riferito ai suoi familiari che le condizioni della ragazzina sono molto critiche.

«Ci hanno proposto un risarcimento»
Secondo la polizia la ragazza sarebbe stata selezionata dal coetaneo perché appartenente alla casta dei Dalit. I genitori hanno anche riferito di aver ricevuto un’offerta in denaro per mettere la parola fine alla questione, e di essere stati minacciati per non aver accettato. «Le loro famiglie ci hanno proposto un risarcimento. Potremmo non essere potenti come loro, ma nostra figlia sta combattendo per sopravvivere. Pensano che ci possa essere una somma che valga la sua vita?», ha detto la madre della ragazzina.

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