Inghilterra, le fa credere di essere un uomo per portarsela a letto: condanna di 8 anni

La ragazza faceva promettere alla sua amante di non guardarla mai, né prima né durante i rapporti, costringendola ad indossare una benda. Ma alla fine è stata scoperta. La difesa: «Solo un gioco tra lesbiche». Il giudice però non fa sconti: «Una ragazza pericolosa, falsa e ossessionante, con gravi problemi di personalità»

Inghilterra, le fa credere di essere un uomo per portarsela a letto: condanna di 8 anni

Per portarsela a letto le ha mentito facendole credere di essere un uomo. Adesso dovrà scontare una pena di 8 anni di reclusione. Una vicenda ai limiti del surreale, ma è quello che è successo a Chester, in Inghilterra, dove una ragazza di 25 anni, Gayle Newland, ha ingannato una sua coetanea contattata su Facebook dicendo di chiamarsi Kye Fortune, e ideato una messinscena ben dettagliata per avere rapporti con lei. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, Gayle avrebbe detto alla sua preda di aver subìto un intervento molto delicato al cervello e per questo motivo di sentirsi particolarmente a disagio con il proprio aspetto, chiedendole dunque di non guardarla mai. Così durante i loro incontri bendava la ragazza, e dopo aver impostato la voce su una tonalità più profonda e appiattito il seno, iniziava con i preliminari, intimando alla raggirata di non toccarla nelle parti intime, per poi penetrarla con un finto pene. La messinscena è durata addirittura due anni, e per due anni la ragazza non si sarebbe accorta di niente, fino a che un giorno ha deciso di strappare la promessa fatta e togliersi la benda per vedere in viso il suo amante. E quello che ha visto l’ha letteralmente scioccata, tanto che ancora oggi ha grosse difficoltà a fidarsi degli altri.

Nessuna clemenza del giudice: «Una manipolatrice, perfida e pericolosa» – Il giudice Roger Dutton del tribunale di Chester, conosciuto per aver inflitto pene ben minori ad alcuni pedofili, come anche ad una docente che aveva abusato di 24 ragazzini di età compresa tra gli 8 e i 13 anni, non ha concesso invece nessuno sconto di pena a Gayle definendola «ossessionante, altamente manipolatrice, falsa, perfida, intrigante, molto determinata e pericolosa, con gravi problemi della personalità». La vittima del raggiro sarebbe invece ingenua e bisognosa d’affetto, tanto da accettare le condizioni del loro assurdo rapporto iniziato nel 2013. «Dopo esserci sentiti a lungo tramite Facebook ho deciso di incontrare la persona di cui mi stavo invaghendo, ero certa che fosse un uomo», ha detto la 25enne. «Quando abbiamo iniziato ad avere rapporti mi bendava e mi faceva promettere di non toccare le sue parti intime. Non ho mai pensato che utilizzasse un pene finto, fino a quando mi sono tolta la benda», ha aggiunto. Ma Gayle ha dichiarato in sua difesa che la partner sapeva che era una donna e che era consenziente. Da quanto dicono i suoi legali il loro era un gioco tra lesbiche: «Impossibile credere che una donna della sua età, con diverse esperienze, non si sia mai accorta che non si trattava di un uomo». Ma il giudice non ha avuto nessuna clemenza e ha condannato Gayle ad 8 anni di reclusione.

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