Internet delle cose: approda anche a Milano l’evoluzione dell’uso della rete

Approderà a Milano la startup Olandese, The Things Network. L’obiettivo, sarà quello di rendere Milano una vera e propria smart city, dotata di meccanismi intelligenti per l’illuminazione, il monitoraggio dell’aria e la mobilità sostenibile

Internet delle cose: approda anche a Milano l'evoluzione dell'uso della rete

Approdata già a Zurigo, Amsterdam e Boston, la startup Olandese, The Things Network, vorrà rendere Milano una vera e propria smart city. Il progetto non è altro che, la realizzazione di una rete wireless urbana, che dia la possibilità agli oggetti di raccogliere, elaborare e trasmettere informazioni ad un’unità centrale. Questo sistema viene chiamato internet delle cose. Concetto introdotto da Kevin Ashton, co-fondatore e direttore esecutivo di Auto-ID Center, successivamente sviluppato dall’agenzia di ricerca Gartner. La rete è decentralizzata ed aperta a tutti. Si basa sul crowdsourcing. Quest’ultimo non è altro che, un modello di business nel quale un’azienda o un’istituzione affida la progettazione, la realizzazione o lo sviluppo di un progetto, oggetto o idea a un insieme indefinito di persone, non organizzate precedentemente. Questo processo viene favorito dagli strumenti che mette a disposizione il web. Molte le imprese interessate a questo tipo di tecnologia. Amazon, Google, Samsung e Huawei, tra i nomi conosciuti. l’Internet of Things è una sfida alle nostre imprese innovative per il futuro del paese. Sono molti i settori che potranno trarre benefici da questo nuovo sistema.

Molte organizzazioni all’estero hanno ottenuto grandi risultati – Molti in benefici, in termini anche di sicurezza, che si ottengono con l’utilizzo dell’Internet of Things. Il report di Gartner, afferma che, sono in molte le compagnie impegnate nell’estrazione di minerali che oggi usano sistemi IoT, per collaudare autocarri, senza guida all’interno delle miniere. Ciò significa che va a diminuire il numero di operai in quei luoghi non molto sicuri. Anche Ian McCready, amministratore delegato di un’azienda londinese che si chiama Cortexica, il cui software permette di trovare da un database i prodotti facendo semplicemente una foto. Lei sostiene che la tecnologia permetterà agli utenti di immortalare e ritrovare, attraverso video e foto con i loro telefonini, i vestiti che le persone indossano al momento e che li hanno interessati a primo sguardo. Tutto connesso, tutto collegato. Ma anche tutto semplificato. Un’altra innovazione potrebbe accadere in campo salute e medicina. Molte persone utilizzano già misuratori di pressione, di diabete e altri strumenti per la salute, direttamente a casa. Se nel momento in cui, il paziente ottiene il risultato dai macchinari, questo venisse trasmesso direttamente al proprio medico tramite tv o altri visori, lui stesso sarebbe agevolato nel monitorare lo stato di salute e la cura per il proprio paziente lungodegente.

La NHS sistema nazionale sanitario della Gran Bretagna appoggia tanto l’Internet of Things – Proprio per quanto riguarda il campo medicina e salute la NHS, vorrebbe introdurre un programma chiamato test bed. «Tutto ciò potrebbe fornire nuovi servizi per la nostra comunità. Ad esempio, per le persone che soffrono di demenza senile, si potranno mescolare una serie di interventi che prevedono sia dei device indossabili collegati a un cellulare, sia sistemi tecnologici di monitoraggio attivati in casa, e sia infermieri o altri modelli di professionisti che lavorano nell’ambito della sicurezza e che, in tal modo, risulterebbero essere meno costosi», afferma. Le startup dell’IoT nel mondo risultano essere 350, di queste 39 sono italiane. Solo 14 di esse, hanno ottenuto finanziamenti da investitori. «L’interesse delle startup (e degli investitori) verso l’IoT in Italia, è allineato a quello del mondo dei Big Data e addirittura superiore a quello del Mobile Payment», afferma la Tumino, direttrice dell’osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano.

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