È ormai conosciuto come Jihadi Junior e ha soli 4 anni è usato dal Califfato per la propaganda Isis. Nell’ultimo video dell’orrore Isa Dare è immortalato mentre preme il bottone di un telecomando a distanza, facendo saltare in aria un’auto con a bordo 4 presunte spie
«Uccideremo gli infedeli laggiù». Sono le orribili parole pronunciate dal piccolo Isa Dare, meglio conosciuto come Jihadi Junior, prima di far saltare in aria con un telecomando a distanza un’auto dove erano rinchiusi 4 prigionieri dell’Isis, vestiti con la consueta tuta arancione. L’orrore è stato ripreso in un video divulgato poi dai miliziani del sedicente Stato islamico. Il bambino, di soli 4 anni, figlio di una donna inglese convertita e adesso residente in Siria, è immortalato nel video proprio mentre preme il bottone del telecomando a distanza. Isa, che indossa una bandana nera in testa e una tuta mimetica, mostra uno sguardo minaccioso da vero terrorista, prima di uccidere i 4 prigionieri. Da quanto riporta il sito di monitoraggio dell’Isis, Site, pare che a perdere la vita per mano del piccolo jihadista siano state delle presunte spie, e che il luogo dell’esecuzione sarebbe nei pressi di Raqqa, Capitale dell’autoproclamato Stato islamico. Nelle immagini si sente il piccolo annunciare: «Uccideremo gli infedeli laggiù», poi lo si vede azionare la bomba, esultare dietro la macchina in fiamme, e contemporaneamente inneggiare ad Allah. Accanto a lui si vede un comandante di Daesh, pronto a minacciare il primo ministro inglese David Cameron per aver armato i loro nemici in Medioriente: «Non ci combatterai mai».
Già protagonista di altri video
Il piccolo Isa Dare è quindi il protagonista di questa atrocità, usato per la seconda volta dal Califfato per la propaganda Isis. La prima volta era stato immortalato in un video in cui dichiarava di voler sterminare gli infedeli. Figlio di una giovane donna inglese, Grace Kadija, convertita all’Islam, è cresciuto in Siria dal suo primo anno di vita, nel terrore e nell’orrore, diventando inconsciamente vittima di un costante lavaggio del cervello. Il nonno, Herny Dare, ha riferito alle autorità che il piccolo lo avrebbe chiamato qualche giorno prima implorandolo di salvarlo.
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