Isis: “Vogliono colpire Papa Francesco”, ecco le date critiche secondo il Mossad

L’Italia potrebbe essere il prossimo obiettivo dell’Isis ma i servizi segreti israeliani parlano soprattutto di un possibile attentato al Papa entro l’anno. Due sarebbero le date critiche: Natale e Capodanno

Isis: "Vogliono colpire Papa Francesco", ecco le date critiche secondo il Mossad

Papa Francesco è ancora nel mirino dell’Isis e i jihadisti sarebbero pronti a colpirlo proprio nei giorni più impensabili, perché “ovvi”, ovvero a Natale e a Capodanno. L’allarme questa volta arriva anche dal Mossad, l’intelligence israeliana, che ha indicato come critiche proprio queste due giornate dall’altissimo valore simbolico, in cui il Pontefice potrebbe essere colpito dal sedicente Stato islamico. Il pericolo sarebbe quindi alle porte e i servizi segreti israeliani hanno già informato l’intelligence italiana comunicando le loro “realistiche” informazioni sul rischio di attentati in Italia, soprattutto al Santo Padre. Quello degli 007 di Tel Aviv è un rapporto “top secret”, del quale sono state trapelate però alcune informazioni cui fa riferimento il quotidiano Il Tempo. L’Italia, come più volte ha assicurato l’Isis, potrebbe essere il prossimo Paese ad essere colpito dai terroristi islamici e il rischio sale proprio nei giorni indicati dall’intelligence israeliana, quindi il 25 dicembre e a Capodanno, quando i piani dell’Isis vorrebbero concretizzarsi in presenza o nelle vicinanze del Papa, da tempo obiettivo dichiarato dei terroristi. Nel rapporto degli agenti segreti israeliani fornito a quelli italiani sarebbero anche indicati alcuni elementi radicalizzati sul nostro territorio, che la sicurezza italiana, rafforzata ulteriormente, dovrà tenere sotto strettissima osservazione nelle prossime settimane.

Minaccia di infiltrazioni terroristiche in Italia – Ad innalzare l’allerta su Papa Bergoglio e l’anno del Giubileo appena iniziato è la continua propaganda sul web dell’Isis, attraverso video e minacce. Tra le indicazioni del Mossad anche minacce di infiltrazioni terroristiche arrivate dall’esterno del nostro territorio, così come soggetti radicalizzati presenti in Italia che hanno mostrato particolare attivismo nei loro contatti con altri militanti fondamentalisti al di fuori dei confini italiani. Proprio grazie a questi elementi ieri, il gip del tribunale di Catania ha convalidato il fermo per collegamenti terroristici al ventenne siriano fermato dalla polizia di Ragusa, dopo lo sbarco a Pozzallo del 4 dicembre scorso, quando è stato trovato in possesso di otto telefoni cellulari con foto e frasi inneggianti all’Isis. Tra gli sms più inquietanti: «Allah è grande, ma l’Isis lo è di più».

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