La morte di Eligia incinta di otto mesi, il marito confessa: “L’ho uccisa io”

Il marito di Eligia, Christian Leonardi, ieri mattina è crollato e ha ammesso il delitto della moglie, incinta di 8 mesi. Alla base della lite, sfociata poi nella morte della siracusana, la scoperta di una relazione extraconiugale del marito. Adesso è accusato di omicidio aggravato e procurato aborto

La morte di Eligia incinta di otto mesi, il marito confessa: "L’ho uccisa io"

Alla fine Christian Leonardi è crollato. Dopo il lungo interrogatorio di ieri, e mosso dal rimorso di coscienza, ha confessato l’omicidio della moglie Eligia Ardita, uccisa lo scorso 19 gennaio all’ottavo mese di gravidanza. La svolta delle indagini sul delitto dell’infermiera siracusana 35enne si è avuta il giorno dopo l’ingresso dei Ris di Messina nell’abitazione di via Calatabiano, dove risiedeva la coppia da ormai sei anni. Leonardi aveva inizialmente raccontato che la moglie si sarebbe sentita male dopo cena e avrebbe allertato immediatamente il 118. La donna era stata dunque trasferita al pronto soccorso dell’ospedale Umberto I, dove arrivò però senza vita. L’autopsia, al contrario di quanto aveva affermato Christian, rivelò che la donna sarebbe svenuta dopo aver ricevuto alcuni colpi alla testa. Quindi la perquisizione da parte dei carabinieri nella loro abitazione dove sarebbero state ritrovate su un muro dei segni di colluttazione tra marito e moglie. Il reo confesso durante l’interrogatorio ha anche ammesso la lite, sfociata poi nella morte della povera Eligia incinta di 8 mesi. Da quanto riportato la vittima era venuta a conoscenza di una relazione extraconiugale del marito. Adesso Christian Leonardi riceverà una condanna per omicidio aggravato e procurato aborto.

Dopo mesi di dolore e infinite richieste di giustizia, oggi Agatino Ardita, padre di Eligia, ha scoperto che il suo non era solo un sospetto. Da quel maledetto 19 gennaio Agatino aveva infatti sempre sostenuto che era stato proprio Christian ad aver assassinato la figlia 35enne: «E’ lui il colpevole di quanto avvenuto. Lui ha ucciso mia figlia e mia nipote», disse più volte con le lacrime agli occhi. «Quella maledetta sera, l’ho visto gattonare sotto il letto, c’erano delle salviettine umidificate», aggiunse. A suo avviso Leonardi voleva cancellare le prove del delitto proprio attraverso quelle salviettine, un gesto che oggi avrebbe davvero un senso.

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