Legge Terzo Settore, ecco cosa prevede la riforma approvata dalla Camera

La Camera ha approvato la riforma dopo anni di polemiche. Le novità previste riguardano il servizio civile, in cui potrà entrare chiunque ne faccia richiesta; un nuovo coordinamento e Registro Nazionale del terzo settore; controlli a livello regionale e nuovi mezzi di sostentamento economico per le associazioni non profit

Legge Terzo Settore, ecco cosa prevede la riforma approvata dalla Camera

La riforma del Terzo Settore, riguardanti associazioni senza scopo di lucro e servizio civile, è diventata legge. La Camera, dopo oltre due anni di progettazione seguiti da molte controversie, ha approvato il testo nella serata del 25 maggio, con 239 voti favorevoli e solo 78 contrari. La legge, che vede coinvolte oltre 300mila organizzazioni non profit, si riferisce all’insieme «degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e d’utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi», escludendo le formazioni e associazioni politiche, tra cui sindacati e associazioni professionali, o quelle di rappresentanza della categoria economica. La legge prevede ulteriori novità sul servizio civile, che diventerà accessibile a chiunque ne farà richiesta, compresi gli stranieri residenti in Italia. In più, la normativa, annuncia la nascita di un nuovo Registro Nazionale di Terzo Settore e la semplificazione delle norme contenute nel Titolo II del Codice Civile, vale a dire nuove disposizioni generali per tutte le associazioni del Terzo Settore.

Legge Terzo Settore: Servizio Civile Universale
Prima che la legge venisse approvata, veniva scartato un candidato volontario su due al servizio civile. Con la recente approvazione della riforma, il servizio civile diventa accessibile a tutti coloro che ne faranno domanda, soprattutto (altra novità compresa nel testo) anche ai cittadini stranieri regolarmente domiciliati in Italia. La durata del servizio sarà variabile, dagli 8 ai 12 mesi, e ne cambieranno anche le modalità: si potrà scegliere se svolgere il proprio volontariato in Italia, affiancato da un breve periodo all’estero, o in uno dei Paesi Ue. Inoltre sarà possibile fare in modo che il proprio servizio, venga riconosciuto anche a fini formativi e lavorativi. A livello giuridico, la legge prevedrà uno status giudiziario specifico per i volontari del servizio civile e anche una norma d’accreditamento per le associazioni titolari di progetto. Infine, per quanto riguarda la programmazione dei fondi e delle azioni, non saranno più pianificati annualmente, ma saranno gestiti in base triennale.

Legge Terzo Settore: il nuovo codice
Con la nuova legge s’istituisce anche un Registro Nazionale del Terzo Settore con nuove modalità d’iscrizione obbligatoria per le numerose categorie di enti. In più, mentre l’osservatorio del volontariato e quello dell’associazionismo di promozione sociale vengono assorbiti dal Consiglio nazionale del Terzo settore, sarà previsto anche una costituzione d’organismi di coordinamento regionali e sovraregionali con funzione di programmazione e controllo delle associazioni per ogni ente territoriale. Prevista dalla legge, verrà inoltre istituita anche la Fondazione di diritto privato, che si dedicherà alla gestione dei sostentamenti delle risorse finanziarie, delle competenze gestionali, della realizzazione e dello sviluppo di interventi innovativi da parte di enti di Terzo Settore. Per ciò che concerne il regime fiscale, lo statuto viene semplificato con il progetto d’inserire misure di supporto come alcuni strumenti di finanza sociale, l’agevolazione delle donazioni, la costituzione di un fondo presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, e un rafforzamento oltre che una più cristallina regolazione del 5×1000. L’unico dettaglio chiesto in cambio alle associazioni, infatti, sono trasparenza e rendicontazione sui siti delle Onlus.

Legge Terzo Settore: «Sfida vinta»
A seguito del consenso, si dice soddisfatta la vicepresidente della Camera, Marina Sereni: «Con questa riforma l’Italia valorizza e riorganizza il variegato mondo del non profit». Luigi Bobba, sottosegretario al ministero del Lavoro e delle politiche sociali, spiega su “La Stampa”: «E’ stato un viaggio che coinvolge 300mila organizzazioni non profit, per un valore di 63 miliardi di euro solo nel 2011, ma anche 6,63 milioni di italiani, vero motore del terzo settore. Uno sforzo che ha colto le tante criticità che hanno impedito al Terzo Settore di essere il volano sociale, ma anche economico, del nostro Paese, perché spesso ingessato in un abito stretto e burocratico», ha concluso. Con l’attuale riforma, e con i prossimi ddl, si segue a pieno quanto previsto nell’articolo 118 della Costituzione, ovvero l’impegno programmatico delle istituzioni della Repubblica nell’agevolare «l’autonoma iniziativa dei cittadini per lo svolgimento di attività di interesse generale».

Legge Terzo Settore: approvata norma anti-corruzione M5S
I deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Affari Sociali, affermano: «Oggi nell’ambito della Legge delega sulla riforma del Terzo Settore è stato approvato un nostro emendamento, a prima firma Matteo Mantero, che consideriamo fondamentale: l’applicazione della legge anticorruzione anche alle imprese sociali». «In particolare, le imprese private e le amministrazioni pubbliche che vogliano assumere cariche sociali negli organi di amministrazione delle imprese sociali, potranno farlo solo in ottemperanza al decreto 39/2013, che definisce l’incompatibilità e l’inconferibilità di incarichi. Si tratta di un passaggio fondamentale che va nella direzione di rendere trasparente il comparto, contrastando potenziali fenomeni di conflitto d’interessi».

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