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Leucemia: Graft versus host disease, la terapia rivoluzionaria tutta italiana

Graft versus host disease, che sta a significare, malattia del trapianto contro l’ospite. Il nuovo metodo, applicato dalla dottoressa Francesca Bonifazi e dal suo team, avrebbe dato una svolta nel campo medico

I malati di Leucemia, durante l’intervento di trapianto del midollo osseo, spesso vanno incontro ad un’ulteriore complicazione. Post operazione si sono trovati ad affrontare una malattia devastante. Succedeva che, il sistema immunitario del donatore, insieme ai suoi linfociti, oltre che a combattere la leucemia, andavano ad intaccare gli organi del paziente malato. Tutto ciò causava situazioni devastanti, causandone, alcune volte, anche la morte. Grazie al metodo scoperto dalla dottoressa, del Policlinico bolognese Sant’Orsola Malpighi, Francesca Bonifazi, e dal suo team, composto da un medico spagnolo e uno tedesco, la realtà potrebbe essere diversa. Il nuovo metodo, Graft versus host disease, consiste nell’aggiungere un siero contro i linfociti, un anticorpo che viene somministrato prima dell’intervento. Così facendo, si riescono a ridurre le complicazioni che normalmente si presentano, post operazione. I pazienti di leucemia, circa 161, che si sarebbero prestati alla ricerca, avrebbero fatto bene a fidarsi. Pare che la mortalità post trapianto sarebbe scesa dal 68% al 32%. «Il rischio di Gvhd è passato dal 68,7% al 32% dei casi», ha affermato Bonifazi. «Nei casi più gravi, che portano alla morte, questo calo è ancora più drastico: da oltre il 50% al 7% di casi di malattia», ha proseguito.

L’anticorpo migliora la qualità della vita degli ammalati – Una svolta quindi nel campo della medicina. I nuovi interventi, applicando il nuovo metodo, risulteranno essere più sicuri, senza effetti collaterali e con la stessa efficacia. Grazie a questo anticorpo che fungerà, quasi, da barriera. «Sono orgogliosa e fiera di dire che una grossa parte di questo studio è italiana. Che 90 dei 161 pazienti oggetto della sperimentazione sono italiani, li ho coordinati io», dichiara, commossa, la dottoressa Bonifazi. «Un modo efficace per aver cura dei nostri pazienti», così, si è espresso Michele Cavo, direttore dell’Ematologia del policlinico.

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