Londra: 17enne tenta di uccidere con la candeggina il figlio appena nato

Giovane mamma musulmana, residente a Londra, ha tentato di uccidere il figlio con la candeggina. Ancora da chiarire i motivi del folle gesto. Come probabile causa, una forte condizione di stress in cui versava

Londra: 17enne tenta di uccidere con la candeggina il figlio appena nato

È accaduto a Londra. Una ragazza musulmana, di appena 17 anni, ha tenuto nascosta alla famiglia, di essere in attesa. Per nove mesi nessuno ha sospettato nulla. Lo scorso 10 agosto, aveva dato alla luce il suo figlioletto, nella vasca da bagno della sua abitazione. Ma con l’intenzione di nascondere ancora la gravidanza, ha pensato di sbarazzarsi della giovane e innocente vita. Ha aperto la bocca al neonato, cercando di fargli ingerire della candeggina. In quel preciso istante, in bagno è entrata la zia che ha immediatamente chiamato i soccorsi. Il neonato è stato portato d’urgenza all’ospedale. Ha riportato solo delle gravi ustioni alla bocca e al viso. Da una prima ricostruzione, si evince, che la neomamma, dopo aver tentato di far ingerire la sostanza al piccolo abbia tentato, subito, di fargliele espellere.

In un primo momento la ragazza era stata accusata di tentato omicidio – Inizialmente la ragazza era stata accusata di tentato omicidio. Ma nel corso di un’udienza, di fronte ai giudici della Old Bailej, l’accusa ha accettato che fosse data una pena minore. Si andranno a valutare degli elementi importanti prima della prossima udienza definitiva. L’età, l’ambiente in cui viveva e la forte condizione di stress in cui versava. «Anche se era affetta da un disturbo post traumatico non è emersa l’incapacità di intendere e volere. Tuttavia, dopo aver messo la candeggina nella bocca del suo bambino, la ragazza ha tentato poi di fargliela espellere. Poco dopo in bagno è entrata la zia e il bambino è stato portato d’urgenza in ospedale dove gli sono state riscontrate gravi ustioni alla bocca e a una parte del viso. Nonostante tutto, la giovane ha detto che non aveva alcuna intenzione di uccidere suo figlio. Era spaventata, in stato di choc: ho riscontrato un disturbo acuto da stress che mette in dubbio la volontà della ragazza di ammazzare il bambino», ha redatto il dottor Philip Joseph, nella sua relazione.

L’imputata si trovava in una condizione di forte stress, tale da non farla agire lucidamente – «L’imputata si trovava in un tale stato mentale che è improbabile che stesse valutando lucidamente cosa stesse facendo», ha aggiunto il dottor Alison Wenzerul, secondo specialista.

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