Migranti, ennesimo naufragio nel Mar Egeo: morti tre bimbi

Il naufragio è avvenuto nella notte tra venerdì e sabato. Morte 4 persone (una donna e tre bambini) e un altro bimbo risulta ancora disperso. Intanto l’Ungheria chiude la frontiera, ma solo ai clandestini, ovvero “i migranti economici”. I richiedenti asilo possono invece attraversare il confine legalmente

Migranti, ennesimo naufragio nel Mar Egeo: morti tre bimbi

Altri tre bambini vittime della disperazione e del mare. L’ultima tragedia è avvenuta al largo dell’isola greca di Kalymnos nell’Egeo, dove si è ribaltato un barcone facendo annegare quattro persone, una donna e tre bimbi. Un altro bambino risulta ancora disperso. A riportare la notizia alcuni media internazionali che citano fonti della Guardia Costiera greca, che nella notte tra venerdì e sabato ha salvato 13 migranti dopo il naufragio del barcone, tentando il possibile per poter salvare la vita alle 4 vittime, purtroppo morte annegate prima dei loro soccorsi. Al momento non sono state divulgate le nazionalità delle vittime. Secondo l’Organizzazione internazionale delle Migrazioni (Oim), dall’inizio dell’anno sono circa 300 le persone annegate nel Mar Egeo, che nel tentativo di fuggire dai conflitti e dalla povertà dei loro Paesi di origine salivano a bordo di barconi della fortuna per venire in Europa con la consapevolezza di poter rischiare la vita. 400mila sarebbero invece i richiedenti asilo arrivati quest’anno in Grecia. Intanto l’Ungheria, come aveva già annunciato, ha sigillato nella notte il valico di frontiera di Kazany nel sud del Paese con la Croazia con l’obiettivo di impedire ai migranti provenienti proprio dalla Croazia di varcare il confine.

Alcune centinaia di profughi sono riusciti però a passarlo prima della scadenza, fissata all’una ora locale. Dopo l’orario prefissato e sotto disposizione del premier Victor Orban, gli agenti hanno quindi bloccato il flusso tirando un recinto di filo spinato. L’Ungheria ha poi specificato che il valico con la Croazia è chiuso solamente ai clandestini, ovvero i “migranti economici”, e non per i richiedenti asilo, che possono invece attraversare il confine legalmente.

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