Milano, esplode un palazzo: muore una donna e ci sono due feriti

Grave incidente a Milano in una frazione di Cerro Maggiore, muore un’anziana donna. L’esplosione è stata causata da una fuga di gas non risolta in tempo

Milano, esplode un palazzo: muore una donna e ci sono due feriti

Il quartiere è quello di Cantalupo, frazione di Cerro Maggiore, a 30 chilometri da Milano. La strada dov’è avvenuto l’incidente è via Rinascimento nella periferia della città, riconoscibile perché quello che ne resta sono solo detriti e l’odore del gas ancora nell’aria. Vige la quiete, dove sorgeva la villetta bifamigliare della pensionata vedova Virginia Bollati di 80 anni, unica vittima dell’incendio e del crollo. Un incidente causato da una fuga di gas che poteva essere risolta alla prima chiamata effettuata qualche giorno prima dagli abitanti del quartiere. Difatti, proprio la scorsa settimana, nella stessa zona, c’erano stati dei lavori per l’installazione della fibra ottica e diversi residenti hanno segnalato un forte odore di gas. L’ultimo avviso di martedì sera, sarebbe stato il motivo per cui l’azienda di fornitura del gas ha inviato il giorno stesso una squadra per risolvere la preoccupazione. I lavori sono iniziati mercoledì e si sarebbero conclusi proprio il giorno dell’esplosione, se qualcosa non fosse andato storto. Attorno alle 16 una grande fuga di gas ha provocato lo scoppio di una tubatura, proprio mentre un tecnico stava realizzando dei carotaggi per individuare dove fosse la perdita.

Le vittime dell’esplosione
L’esplosione ha investito lui e il suo collega, procurando a entrambi ustioni sul corpo. Il secondo, più lontano dall’esplosione, più fortunato verrà dimesso a giorni. Per l’altro, troppo vicino all’esplosione, riporta condizioni molto gravi e lotta tra la vita e la morte. Nel caso dovesse superare la notte verrà trasferito al reparto grandi ustionati dell’ospedale Niguarda di Milano. Lo scoppio ha coinvolto altre villette all’angolo di Via Ungaretti, ma l’unica che ha subito un crollo è stata la villetta bifamigliare della pensionata, dove co-abitava con il figlio. Lui e i suoi figli sono rimasti illesi, ma quando hanno estratto la signora dalle macerie, le ferite che si era procurate su tutto il corpo erano molto gravi includendo anche i traumi alla testa. E’ morta durante il trasporto all’ospedale Mater Domini di Castellanza, nel Varese. La donna che invece si trovava in casa insieme alla vittima, estratta dalle macerie, è rimasta solo ustionata ma niente di grave. Nello scoppio è stato coinvolto anche un passante, un uomo che stava passeggiando a breve distanza dal luogo dell’incidente. Al crollo della villetta si è precipitato sul posto, rimanendo ferito al braccio dopo il crollo. Una volta raggiunto il pronto soccorso di Legnano, l’hanno medicato ed è infine è tornato a casa.

La situazione dopo l’incendio
Ora, tutto il quartiere è senza luce, e tutte le abitazioni vicine sono state evacuate per precauzione. I residenti delle villette non potranno rientrare nelle loro case fino a venerdì sera. La zona, che fin da mercoledì sera è sotto sequestro. Non hanno accesso neanche i giornalisti e curiosi che sono stati attirati dalla folla di gente che si era riunita fin dai primi minuti del boato. Dopo quest’incidente, i carabinieri e il tribunale di Busto Arsizio indagano sul caso, per poter chiarire i motivi dello scoppio, se per disattenzione o poca cura delle tubature, e quindi eventuali responsabilità. Il Sindaco di Cerro Maggiore, Teresina Rossetti, subito interrogato sulla tragedia che ha colpito la città, ha confermato: «C’era stato un allarme, ma sembrava rientrato. I tecnici erano stati sul posto tutta la giornata di ieri e stanotte», ha continuato il primo cittadino, precisando che «al momento non ci sono più pericoli». In questi giorni, l’assenza di rumori nel quartiere è interrotto dalla ruspa che ancora sposta resti. L’unica presenza sul posto è quella della polizia che usa unità cinofile, per scovare la presenza di altre vittime sotto le macerie. Oltre a cercare feriti cercano forse di porre rimedio ad un problema che qualcuno ha preferito non risolvere a tempo debito.

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