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Nasa dopo l’annuncio dei 7 pianeti simili alla Terra: “Adesso si cercano forme di vita”

Il sistema solare scoperto dalla Nasa racchiude sette pianeti simili alla Terra. Gli esopianeti in questione avrebbero temperature simili al nostro pianeta e quindi in grado di contenere acqua e forme di vita. Le ipotesi andranno appurate con telescopi di nuova generazione

L’annuncio diretto a tutto il mondo: «Sette nuovi pianeti, tre simili alla Terra». E’ quello che è stato affermato nel corso della conferenza stampa avvenuta nel pomeriggio del 23 febbraio direttamente dalla Nasa da Michael Gillon dell’istituto di astrofisica dell’Università di Liegi in Belgio assieme ai suoi collaboratori. Secondo quanto spiegato in seduta, il nuovo sistema planetario sarebbe distante 39 anni luce dal nostro sistema solare ed è situato nella costellazione dell’Acquario. Secondo quanto spiegato, questo sistema sarebbe il più grande mai scoperto nella storia dell’astronomia e conterrebbe tutti possibili “gemelli” della Terra. Simili non solo per massa e densità, ma anche per temperatura: la zona in cui sono locati i tre pianeti definiti “abitabili”, infatti, è una zona temperata con una gradazione variabile dagli 0 ai 100 gradi Centigradi. Ogni dettaglio riguardo alla grandiosa scoperta è stato riportato sulla rivista “Nature” che racchiude tutta la ricerca a svolta dal gruppo di studio.

Possibilità di vita sui pianeti
Il centro del sistema planetario è caratterizzato da una stella nana rossa chiamata Trappist-1, che possiede una massa inferiore a un decimo rispetto a quella solare e risulta essere molto fredda e poco luminosa. Tuttavia, è stato proprio grazie a questo “difetto” che si è riusciti a scoprire i primi 3 esopianeti nel 2016 tramite il telescopio “Trappist” (da cui il nome della stella) dell’Eso, Eurpoean Southern Observatory, in Chile. Il procedimento per la scoperta di tali pianeti è avvenuta osservando proprio la stella nana: puntando il telescopio sulla stella, quando la luce della stessa si affievoliva per il transito dei pianeti, si è potuto capire la rotazione degli stessi corpi celesti attorno allo stesso Trappist. Questi sette astri distano dalla loro stella ad una distanza (ed una temperatura) tale da poter consentire la presenza di acqua allo stato liquido. Naturalmente, per il momento, la presenza di acqua rimane un’ipotesi basata sui modelli climatici conosciuti, ma tale notizia può bastare per poter immaginare vita sugli stessi pianeti, proprio come quella che conosciamo sulla Terra.

Didier Queloz, luminare dell’università di Ginevra e coautore dello studio, ha raccontato: «Vent’anni dopo l’individuazione dei primi pianeti extrasolari si tratta di una delle più grandi scoperte e la ricerca di forme di vita su di un altro pianeta è oggi a portata di mano». Mentre, Seth Shostak del SETI Institute, ha dichiarato: «Se pensate ancora che l’universo sia ‘sterile’, vuoto, vi sbagliate». Il prossimo passo si baserà sullo studio delle atmosfere dei pianeti attraverso telescopi di nuova generazione per poter appurare le ipotesi della presenza di vita aliena. Il coautore Emmanuël Jehin: «Con la prossima generazione di telescopi, come l’European Extremely Large Telescope dell’Eso e il James Webb Telescope di Nasa/Esa/Csa potremo presto esser capaci di cercare l’acqua e persino l’evidenza di vita su questi pianeti».

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