‘Ndrangheta, smantellata a Reggio cupola segreta di politici e imprenditori: 5 arresti

Sgominata dal Ros dei carabinieri di Reggio Calabria una cupola segreta, legata alla ndrangheta, capace di influenzare le elezioni politiche di ogni livello; cinque arresti eccellenti, tra cui il senatore di Gal Antonio Caridi e l’ex deputato Psdi Paolo Romeo

'Ndrangheta, smantellata a a Reggio cupola segreta di politici e imprenditori: 5 arresti

Era una struttura segreta capace di infiltrarsi e condizionare tutti gli ambienti politici dal livello comunale a quello nazionale, fino addirittura a Montecitorio; cinque persone sono state arrestate dal Ros dei Carabinieri di Reggio Calabria. Richiesta l’autorizzazione del Senato per procedere all’arresto del senatore di Gal (Grandi autonomie e libertà) Antonio Caridi, mentre le manette sono scattate subito ai polsi dell’ex deputato di Psdi Paolo Romeo, già in carcere da maggio, l’ex consigliere regionale e sottosegretario della Giunta regionale Alberto Sarra, l’avvocato Giorgio De Stefano e Francesco Chirico. L’accusa per tutti è quella di associazione mafiosa. Secondo gli inquirenti, il senatore Caridi era a completa disposizione di questo direttorio segreto che a Reggio e non solo controllava la politica istituzionale. Secondo le ricostruzioni dei magistrati, la cupola segreta avrebbe gestito fin dal 2001 tutte le elezioni in città, da quelle comunali fino al Parlamento Europeo.

Scopelliti favorito dalle cosche
Addirittura, l’ex sindaco di Reggio Giuseppe Scopelliti e l’ex presidente della provincia di Reggio Calabria Pietro Fuda sarebbero stati eletti nel 2002 grazie ai voti della ndrangheta; nell’inchiesta, denominata “Mammasantissima”, è stato appurato che i vertici della cupola erano Sarra e Romeo, mentre i contatti con le cosche erano mantenuti saldi dall’avvocato Giorgio De Stefano, organico e capo dell’omonima e potente cosca del quartiere Archi di Reggio, già in carcere. Il gruppo avrebbe interagito disinvoltamente con diversi ambienti politici, istituzionali ed imprenditoriali per influenzarli e piegarli ai loro interessi criminali. Tra l’altro, è stato scoperto che le cosche avrebbero anche messo su una montatura per favorire l’ex sindaco Scopelliti: nel 2002 venne rinvenuto dell’esplosivo nei bagni del Comune di Reggio Calabria e subito il gesto fu interpretato come una minaccia nei confronti dell’ex sindaco. In realtà, l’esplosivo fu piazzato, pare anche con l’aiuto dei servizi segreti, proprio per favorire Scopelliti e farlo apparire come un perseguitato in contrasto con la ndrangheta locale.

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