Omicidio Sara Di Pietrantonio, la madre sul killer: “Il figlio maschio che non avevo avuto”

Non si dà pace la mamma di Sara la 22enne bruciata viva dall’ex fidanzato. «Era geloso, litigavano spesso, ma non sembrava un violento, era il figlio maschio che non avevo avuto», queste le parole della donna distrutta dal dolore

Omicidio Sara Di Pietrantonio, la madre sul killer: "Il figlio maschio che non avevo avuto"

Dopo un interrogatorio durato otto ore, Vincenzo Paduano, 27 anni, ha confessato. Ha tentato di costruirsi alibi su alibi ma alla fine è crollato. È proprio lui l’assassino dell’ex fidanzata, Sara Di Pietrantonio 22 anni, bruciata viva la notte del 28 maggio scorso. Erano stati insieme due anni, lui frequentava assiduamente la casa di famiglia della ragazza, in via Senorbi, nella borgata della Spalletta, a Ponte Galeria, a Roma. Ed è proprio la mamma della giovane vittima a confermarlo e a raccontare della storia tra la figlia e il giovane. Lei, Tina Raccui, non riesce ancora a crederci di non avere più la sua bambina. Non poteva mai pensare che quel ragazzo, accolto in casa per tutto quel tempo, trattato come un membro della famiglia, potesse portargliela via e in un modo così violento. «Era un ragazzo geloso, ma era anche gentile e premuroso. Ha vissuto a casa nostra per quasi due anni: era il figlio maschio che non ho mai avuto», dichiara agli acquirenti con il viso segnato dal dolore.

Le aveva messo le mani addosso una settimana prima
Vincenzo le aveva messo le mani addosso, scuotendola per le braccia durante l’ennesimo litigio. Non lo aveva mai fatto prima in due anni di rapporto. Solo scontri verbali ma mai un gesto che manifestasse violenza. Si erano lasciati diverse volte ma puntualmente erano tornati insieme. Stavolta Sara aveva deciso di troncare definitivamente con lui ed aveva iniziato a frequentare un nuovo ragazzo. Vincenzo era ossessionato da lei, la considerava solo sua e non accettava l’idea che lei potesse allacciare un’altra relazione sentimentale. È stata proprio la presenza di questo nuovo ragazzo a scatenare la furia omicida dell’uomo. La notte di sabato, l’ha aspettata sotto casa del nuovo ragazzo, ha speronato la sua auto mentre viaggiava, l’ha cosparsa di alcol e le ha dato fuoco, per poi tornare a lavoro, come se nulla fosse accaduto. Il corpo della giovane è stato trovato all’alba di domenica. Lui adesso di trova in carcere accusato di omicidio volontario premeditato aggravato dallo stalking. «Ho paura degli altri detenuti, ho paura che possano farmi del male», queste le sue parole al legale.

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