Omicidio Vanessa Russo: Doina Matei perde la semilibertà dopo le foto su Facebook

Il tribunale di sorveglianza di Venezia ha deciso di sospendere la semilibertà per Doina Matei, che sta scontando 16 anni di carcere per l’omicidio di Vanessa Russo; la motivazione risiederebbe nelle foto pubblicate su Facebook dalla donna, che dovrebbero essere una violazione del suo beneficio

Omicidio Vanessa Russo: Doina Matei perde la semilibertà dopo le foto su Facebook

Doina Matei, in carcere per l’omicidio di Vanessa Russo, ha pagato a caro prezzo la pubblicazione di alcune foto pubblicate sul suo profilo Facebook che la ritraggono sorridente al mare oppure mentre mangia un dolce al bar: il tribunale di sorveglianza di Venezia ha disposto la sospensione della semilibertà per la rumena, beneficio che le era stato concesso 9 mesi fa per buona condotta. Doina, quindi, resta definitivamente in carcere dove sta scontando 16 anni per l’omicidio di Vanessa Russo, uccisa con un ombrello conficcato nell’occhio nel 2007 nei sotterranei della metro B romana. La decisione del tribunale è dovuta proprio a quelle foto, che contrastano con il regolamento della semilibertà, in quanto la donna non avrebbe dovuto esporsi così tanto sui social network essendo la semilibertà pur sempre una misura restrittiva.

Le parole del legale Marazzita
Entro trenta giorni dovrebbe arrivare la decisione del giudice in merito al provvedimento. Molto rammaricato è stato il commento del legale della Matei, Nino Marazzita: «Il provvedimento mi è stato notificato solo ieri sera ed è certamente una conseguenza del clamore mediatico legato alla pubblicazione di quelle foto. Sicuramente la mia assistita ha compiuto un peccato di vanità, ma andiamo, per certi versi è ancora una ragazzina, anche se trentenne, e proviene da un passato difficile. E’ madre di due figli ed è stata una prostituta». Doina, godendo della semilibertà, aveva trovato lavoro in una pizzeria poco lontana dalla casa circondariale di Venezia, dove doveva tornare alle 23. Marazzita, che ha anche tirato fuori il razzismo per spiegare l’accanimento sui social verso la sua assistita, si è detto comunque fiducioso che la faccenda possa risolversi in modo positivo: «Attendo di essere convocato dal giudice di sorveglianza per valutare il da farsi, ma penso che la semilibertà potrà essere ripristinata; era stata ottenuta nove mesi fa tenendo conto della condotta irreprensibile di Doina in carcere, del suo passato difficile e del suo percorso di recupero da apprezzare. Tutte cose che, a tutt’oggi, non sono venute meno».

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