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Padova: si credeva fosse evaso, invece era stato ucciso a bastonate

L’uomo, Antonio Floris, 61enne di Desulo (Nu), era detenuto nel carcere di Padova dove scontava una pena per due tentati omicidi; venerdì non era rientrato in cella a seguito di un permesso e si dava per scontato che fosse evaso. Invece è stato ritrovato cadavere nella cooperativa dove lavorava

Venerdì scorso non era rientrato nel carcere di Padova dov’era detenuto e all’inizio si credeva che fosse evaso fuggendo chissà dove; invece Antonio Floris, 61 anni, è stato rinvenuto cadavere nei pressi della cooperativa dove usufruiva del permesso lavorativo. Al momento manca ancora il riscontro medico, ma gli inquirenti sono quasi certi che il cadavere ritrovato ieri pomeriggio sia proprio di Floris. Originario di Desulo (Nu), Floris stava scontando una condanna a 16 anni per due tentati omicidi compiuti proprio nel suo paese natio nel 1993, quando due coniugi sfuggirono miracolosamente ad un agguato teso dall’uomo. Grazie alla buona condotta, usufruiva del permesso lavorativo presso una cooperativa di riabilitazione dei Padri Mercedari. Ieri gli agenti della mobile di Padova, perlustrando la zona vicina alla coop, hanno ritrovato il cadavere dell’uomo; a quanto sembra, Floris sarebbe stato ucciso con due colpi violenti alla testa, causati da un bastone o una spranga, e poi il suo corpo è stato nascosto sotto una catasta di legna. Per adesso, gli inquirenti lasciano aperta qualsiasi ipotesi investigativa; nelle prossime ore saranno sentite tutte le persone che svolgono attività di lavoro all’interno della cooperativa.

Esponente della criminalità sarda, Floris era evaso da una colonia penale nel 1991 – Floris negli anni novanta era considerato uno degli esponenti “emergenti” del banditismo sardo ed era un criminale scaltro dall'”onorato” curriculum malavitoso. In fondo, l’ipotesi che fosse evaso venerdì scorso non era neppure campata per aria, dato che l’uomo era già fuggito una volta dal carcere nel 1991, quando evase dalla colonia penale a cielo aperto di Mamone, in cui scontava un cumulo di condanne, tra cui una per rapina in banca. Si rese poi uccel di bosco per cinque anni, finendo in seguito catturato dalla Criminalpol il 10 gennaio 1996. Intercettato dalla polizia, era stato arrestato in piena notte; al momento dell’arresto era in possesso di una pistola calibro 7,65 con sei colpi nel caricatore, ma non oppose alcuna resistenza all’arresto. Una scoperta sorprendente erano stati i suoi diari scritti in codice cifrato, ritrovati nei tascapane che teneva nel suo rifugio, in cui registrava meticolosamente tutte le sue attività criminali, come estorsioni e furti; quasi un’auto celebrazione.

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