Palermo, giornata della memoria e della legalità: “La città è nostra, non di cosa nostra”

«Palermo è nostra e non di Cosa nostra», ecco il grido di centinaia di studenti durante il corteo in onore di Falcone e Borsellino, i due magistrati uccisi dalla mafia. Nel 24esimo anniversario della morte del giudice antimafia, della moglie e della sua scorta, Palermo si è riempita di giovani e anziani che non dimenticano e che lottano per la legalità

Palermo, giornata della memoria e della legalità: "La città è nostra, non di cosa nostra"

Studenti, scout e volontari di decine di associazioni hanno aperto la manifestazione organizzata in occasione del 24esimo anniversario della strage di Capaci, dove hanno perso la vita il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Un corteo è partito dall’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, l’altro da via D’Amelio, dove hanno perso la vita Paolo Borsellino e la sua scorta. Entrambi erano diretti in via Notarbartolo dove Falcone e la moglie abitavano e dove la garitta della scorta e l’albero davanti al portone carico di biglietti e foto sono diventati un simbolo. «Palermo è nostra e non di Cosa nostra», hanno urlato gli studenti. «Sono questi giovani i veri paladini contro la mafia», ha esclamato entusiasta Maria Falcone. «Ogni anno questa manifestazione cresce e sentiamo accanto a noi le istituzioni, a cominciare dal presidente Mattarella che è un palermitano», ha aggiunto. Lungo le strade molte lenzuola bianche e bandiere tricolore in segno di adesione alla manifestazione. «Giovanni e Paolo, Giovanni e Paolo», hanno esclamato i ragazzi con tutta la voce che avevano.

Reso omaggio anche Peppino Impastato
I giovani hanno reso omaggio anche a Peppino Impastato, giovane giornalista, attivista e poeta italiano, noto per le sue denunce contro le attività di cosa nostra, assassinato il 9 maggio 1978. Intorno le 17.58 sopra le note del Silenzio, i ragazzi e tutte le persone presenti hanno ricordato le vittime, uno per uno. A scandire i loro nomi, il presidente del Senato Pietro Grasso. Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonino Montinaro e Vito Schifani, Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina. A seguire un lungo applauso. Sul palco anche il contributo musicale di artisti come Lorenzo Fragola. Infine a chiudere questa lunga giornata dedicata alla memoria e alla lotta per la legalità, l’inno di Mameli.

Impostazioni privacy