Pensioni, ex ministro Fornero: “I benefici della riforma pensionistica sono per i giovani”

Secondo l’ex ministro «nessuno ha evidenziato i benefici della riforma pensionistica, che sono per le generazioni più giovani, che si trovano bombardate da un messaggio negativo e da una assenza di opportunità che non viene dalle pensioni ma arriva dal mercato del lavoro»

Pensioni, ex ministro Fornero: "I benefici della riforma pensionistica sono per i giovani"

L’ex ministro Elsa Maria Fornero in merito alle famigerate buste arancioni, intervistata da Radio Cusano Campus, ha dichiarato «che l’informazione è sempre importante, l’informazione previdenziale lo è perché riguarda la vita più o meno futura di tutte le persone e la direzione intrapresa è quella giusta. Credo però che le persone vadano preparate. Un conto è dire a chi sta a 5 o 6 dalla pensione che quella sarà la sua pensione, un altro è dire a un ventincinquenne che quella sarà la sua pensione. Lì bisogna essere molto chiari nello spiegare che si tratta esclusivamente di una simulazione». Riguardo ai pensionamenti anticipati la Fornero continua a mostrare scetticismo: «Io non credo che creeranno lavoro per i giovani. Abbiamo la dimostrazione empirica che politiche di pensionamento anticipato che sono state molto usate in passato non abbiano in realtà aiutato l’occupazione nei dei giovani nè delle donne. Siamo ancora un Paese con il più alto tasso di disoccupazione giovanile e con un tasso di donne che lavorano molto basso. L’aumento dell’occupazione non può che venire dagli investimenti e dalla buona regolamentazione del mercato del lavoro. Ricorrere ancora allo strumento previdenziale con la scusa che mandando in pensione qualcuno si possa far entrare qualcun altro significa creare una illusione per i più giovani. La flessibilità in sé è una cosa buona ma la flessibilità che maschera un aumento del debito è una cosa cattiva. Sarebbe sbagliato far tornare indietro le lancette dell’orologio riabbassando l’età di pensionamento. Bisogna rendere più facile il pensionamento per chi ha iniziato a lavorare in età molto giovane e ha avuto una vita lavorativa particolarmente faticosa. Possono esserci delle eccezioni ma questa non deve essere la regola. Quando la flessibilità si accompagna a una pensione retributiva che viene pagata in una parte sostanziale da altri e non dal lavoratore che accede a quel tipo di pensione in una età ancora giovane è molto discutibile. Diverso è il caso delle pensioni contributive, dove la flessibilità si accompagna alla responsabilità. Se uno si è pagato la propria pensione e vuole andare in pensione prima, è giusto che lo faccia. Ci portiamo sempre dietro quella eredità negativa di pensioni che non corrispondono ai contributi versati per la generalità dei lavoratori».

Sacrifici per le future generazioni
«Bisognerebbe dire a chi deve andare in pensione adesso che i sacrifici che sta facendo li sta facendo per le future generazioni. Questo è il grandissimo messaggio che c’è dietro alla riforma delle pensioni. Per molti si è trattato di un sacrificio vero, ma i sacrifici che non hanno contropartita o per i quali la contropartita viene nascosta sono intollerabili. Purtroppo nessuno ha evidenziato i benefici della riforma pensionistica, che sono per le generazioni più giovani, che si trovano bombardate da un messaggio negativo e da una assenza di opportunità che non viene dalle pensioni ma arriva dal mercato del lavoro e da una economia che fatica a uscire dalla recessione, per questo i giovani fanno fatica a vedere che avranno un minore debito in futuro. E’ veramente in questo ribilanciamento nei rapporti tra le generazioni in favore dei giovani il merito principale della riforma pensionistica».

Ricetta per creare nuovi posti di lavoro
«Il mercato del lavoro è cambiato, le regole sono cambiate, in una direzione che dovrebbe rendere più facile assumere perché è più facile licenziare. E’ stato ampiamente dimostrato che la flessibilità, questo termine un po’ esoterico, in uscita significa flessibilità in entrata. Flessibilità in uscita significa flessibilità in entrata. Quello che manca è un clima di ripresa, per viverlo ci vogliono investimenti e fiducia. Bisogna trovare le risorse per investire nel Paese».

Gli attacchi di Salvini
«Anche rispetto agli ultimi attacchi, c’è stata una notte prima della famosa incursione di Salvini a San Carlo Canavese, in cui veramente non riuscivo a dormire. Poi mi è maturata la convinzione che alla fine la ragione sta dalla parte di chi vuole cambiare in meglio le cose, non di chi vuole demolirle».

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