Processo Olivetti, 5 anni a Carlo De Benedetti: “Io condannato per reati non commessi”

Condannato a 5 anni e 2 mesi l’imprenditore Carlo De Benedetti, accusato di omicidio colposo e lesioni nell’ambito del processo per le morti da amianto alla Olivetti. Stessa condanna per il fratello Franco, 23 mesi per l’ex ministro Corrado Passera

Processo Olivetti, 5 anni a Carlo De Benedetti: "Io condannato per reati non commessi"

Carlo De Benedetti è stato condannato dal tribunale di Ivrea a 5 anni e 2 mesi nell’ambito del processo per le morti da amianto alla Olivetti. Stessa condanna per il fratello dell’imprenditore, Franco De Benedetti, mentre l’ex ministro Corrado Passera deve scontare un anno e 11 mesi per gli stessi reati, assolto invece Roberto Colaninno. Le imputazioni, a vario titolo, vanno dal concorso in omicidio colposo alle lesioni, e riguardano la morte di 10 operai della Olivetti, fra il 2008 e il 2013, che lavorando nell’azienda si ammalarono di mesotelioma pleurico. Inizialmente l’accusa aveva chiesto per Carlo De Benedetti una condanna a 6 anni e 8 mesi per omicidio colposo e lesioni, ma il giudice Elena Stoppini ha accolto parte della richiesta condannandolo a 5 anni e 2 mesi, come il fratello Franco. Entrambi, ricoprendo incarichi di vertice nell’azienda, sono colpevoli di non aver preso in tempo i giusti provvedimenti per tutelare la salute dei loro operai: dalla bonifica dei luoghi alla rimozione di una sostanza nociva come il talco dai cicli di lavorazione. Per l’ex ministro Corrado Passera, chiamato in causa come consigliere amministratore delegato dal 1992 al 1996, richiesti inizialmente 3 anni e 6 mesi: è stato infine condannato a un anno e 11 mesi. In tutto sono 13 le condanne, tra cui anche quella all’ex ministro del governo Monti. Tre gli assolti, tra cui Roberto Colaninno, chiamato in causa per un solo caso di lesioni colpose.

«Stupito e amareggiato»
«Sono stupito e molto amareggiato per la decisione del Tribunale di Ivrea di accogliere le richieste manifestamente infondate dell’accusa. Sono stato condannato per reati che non ho commesso». Queste le prime parole di Carlo De Benedetti dopo la lettura della sentenza. «Sono fiducioso della totale estraneità rispetto ad accuse tanto infamanti quanto del tutto inconsistenti – ha detto l’imprenditore annunciando che presenterà ricorso in appello – sono vicino alle famiglie dei lavoratori coinvolti, ma ribadisco ancora una volta che, durante la mia gestione, l’Olivetti ha sempre tenuto nella massima considerazione la salute e la sicurezza in ogni luogo di lavoro». In difesa dell’ex ministro Passera l’avvocato Guido Carlo Alleva: «Nel rispetto della funzione giurisdizionale, dico che questa è una sentenza profondamente ingiusta». «Passera – ha spiegato – è stato amministratore delegato per poco tempo e nell’ultimo periodo contestato dall’accusa. Non c’è nessuna prova che le esposizioni all’amianto siano avvenute in questa epoca e non c’è nessuna prova di un suo comportamento omissivo».

I risarcimenti
Si avvicinano ai due milioni gli indennizzi, a titolo provvisorio, alle parti civili. Il giudice Elena Stoppini ha deciso che le somme dovranno essere versate “in solido” dagli imputati condannati, a seconda delle singole posizioni, e da Telecom, chiamata in causa come responsabile civile. Le provvisionali (un acconto sul risarcimento complessivo) sono state attribuite alle persone fisiche e all’Inail, per la quale il totale supera i 710mila euro.

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