Renzi sull’avviso di garanzia a suo Padre: “E’ distrutto, un altro Natale da indagato”

Dalla Leopolda Matteo Renzi parla dell’avviso di garanzia del padre: «Gli è crollato il mondo addosso, ma gli dico sempre ‘zitto e aspetta’, perché noi abbiamo due alleati, il tempo e la verità». Fiducia nei magistrati: «Sono onorato che studino tutte le vicende con attenzione, nessun favoritismo»

Renzi sull'avviso di garanzia a suo Padre: "E' distrutto, un altro Natale da indagato"

«Mio padre si è sentito crollare il mondo addosso. Gli abbiamo detto ‘nessuno dubita di te’, ma lui vorrebbe replicare». A parlare è il presidente del Consiglio Matteo Renzi in riferimento all’avviso di garanzia che suo padre, Tiziano, accusato di bancarotta, ha ricevuto 15 mesi fa. E lo fa alla Leopolda dal palco fiorentino: «Lui pensa alle provocazioni e ai comunicati stampa e noi figli e nipoti stiamo lì a dirgli ‘zitto e aspetta’. Ma so che non è semplice per lui». «Gli è crollato il mondo addosso, lui che un giorno sì e l’altro pure parlava di onestà», ha aggiunto il premier spiegando che la procura da allora ha già chiesto due volte di archiviare «perché non c’è nulla». «Ma mio padre – ha continuato – passerà il secondo Natale da indagato. Sono onorato che i magistrati studino con attenzione tutte le vicende e non dirò mezza parola perché penso che il rispetto tra i poteri sia tra le migliori cose dell’Italia. Ho fiducia nei magistrati e lui ha l’affetto dei suoi figli». «Papà però mi risponde che sto sbagliando strategia, che dobbiamo reagire e non lasciarci infangare così». Poi va all’attacco: «Voglio esprimere grande solidarietà per chi sfoga con allusioni le proprie frustrazioni personali. Non permetteremo al titolo di un giornale di rovinarci la giornata. Noi abbiamo due alleati: il tempo e la verità».

«Il decreto salva banche lo rifarei domattina»
E sempre dal palco fiorentino rivolge un pensiero personale al pensionato che si è tolto la vita dopo aver perso tutti i suoi risparmi in una delle banche salvate dal decreto del governo: «Chi strumentalizza la morte di una persona mi fa schifo». Poi ribadisce che senza questo decreto non avrebbero potuto salvare centinaia di correntisti: «Non abbiamo scheletri nell’armadio, diciamo sì alla commissione di inchiesta sul caso delle banche salvate. Potete dirci tutto ma non che ci sono favoritismi in questo governo, quel decreto lo abbiamo fatto noi e lo rifarei domattina». «Perchè senza il decreto salva banche avremmo un milione di conti correnti chiusi, avremmo 7mila licenziati. Non prendiamoci in giro, la verità è più forte delle chiacchiere», ha aggiunto. Ma avverte: «Chi ha truffato sarà individuato, e chi ha sbagliato pagherà. Non ci sono mai stati intoccabili».

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