Rodano, il gioielliere che ha ucciso il rapinatore: “Volevo solo proteggere la mia famiglia”

Rodolfo Corazzo ha agito solo per difendere la sua famiglia, ha sparato prima un colpo di avvertimento in aria, ma in risposta ai loro spari ha colpito uno dei tre ladri, uccidendolo. A chi lo definisce un eroe dice: «Non lo sono assolutamente, ho fatto una cosa terribile. Sono distrutto»

Rodano, il gioielliere che ha ucciso il rapinatore: "Volevo solo proteggere la mia famiglia"

«Non volevo assolutamente uccidere, volevo solo proteggere la mia famiglia». A parlare è Rodolfo Corazzo, il commerciante di gioielli che pochi giorni fa ha ucciso uno dei tre rapinatori che hanno fatto irruzione nella sua villetta di via Matteotti a Lucino, frazione di Rodano (Milano). L’uomo non è indagato, ha agito per legittima difesa e per proteggere la sua famiglia, sparando il primo colpo contro il muro della cucina e l’altro in risposta agli spari dei rapinatori. Dalla ricostruzione dei fatti basata sulle dichiarazioni del proprietario di casa è emerso che l’uomo sarebbe arrivato a casa col motorino verso le 21:00, e mentre stava oltrepassando il cancello è stato aggredito alle spalle dai malviventi. Lo hanno schiaffeggiato e preso a pugni, prima di strattonarlo e costringerlo ad aprire la porta e a spegnere le telecamere a circuito chiuso. Rodolfo avrebbe cercato di collaborare, ma una volta entrati in casa, dove si trovavano la moglie e la figlia di 10 anni, la situazione è degenerata. Gli hanno chiesto i soldi puntandogli un coltello alla faccia: «Se non mi dite dove sono i soldi vi apriamo tutti e tre». Lui ha collaborato, ma i ladri volevano di più: «Se non ci dici dove nascondi i preziosi uccidiamo te e la tua famiglia». «A questo punto non ho voluto più esitare, appena si è presentato il momento buono ho estratto la pistola». È scoppiato quindi un conflitto a fuoco. L’uomo ha prima sparato un colpo intimidatorio in aria sperando che i ladri si mettessero paura a scappassero, ma quando questi hanno iniziato ad aprire il fuoco lui ha risposto, uccidendo uno di loro. Gli altri due complici sono invece fuggiti.

«Non sono un eroe, quello che ho fatto è terribile e non lo auguro a nessuno» – «Erano a volto coperto, parlavano italiano ma con un accento straniero e hanno aggredito il mio cliente», ha affermato l’avvocato di Rodolfo Corazzo, Piero Porciani. «Lui ha cercato di collaborare, ha chiesto che non fosse fatto del male alla sua famiglia ed è stato malmenato. Ha sparato un colpo in aria, prima di sparare ad uno dei malviventi per difendersi», ha aggiunto. L’avvocato ha inoltre riferito che il suo assistito avrebbe cercato anche di mediare, dicendo ai ladri che gli avrebbe dato quello che aveva ma di non fare del male alla sua famiglia. A detta del legale i tre rapinatori avevano solo un’arma e ne avrebbero rubata un’altra, di proprietà di Rodolfo, per aprire il fuoco contro di loro. Lui ha prima sparato un colpo intimidatorio in aria, ma i malviventi hanno reagito e aperto il fuoco. A quel punto ha sparato anche lui, colpendo uno di loro. «Non volevo sparare, né uccidere nessuno. Solo proteggere mia moglie e mia figlia», ha ribadito. Dopo l’accaduto Rodolfo è distrutto e a chi lo crede un eroe risponde: «Eroe? Ma no, in questo momento sono distrutto. Mi hanno costretto a sparare e non è certo bello ciò che ho fatto. E’ terribile e non lo auguro a nessuno». L’uomo, commerciante, ha affermato di possedere armi per una questione di sicurezza: «Faccio il gioielliere, è una questione di sicurezza, colleziono armi e sparo al poligono. Le mie pistole erano tutte dichiarate e chiuse nel caveau con la porta blindata. Grazie a Dio avevo un’arma addosso, se no ci avrebbero uccisi, ne sono certo».

La vittima era un pluripregiudicato
La vittima è Valentin Frrokaj, 37enne albanese, pluripregiudicato, ricercato per omicidio e condannato all’ergastolo per aver ucciso con un’arma da taglio un connazionale il 23 luglio del 2007 a Brescia. È evaso dal carcere il 2 febbraio 2013 e arrestato nuovamente il 14 agosto dai carabinieri di Cassano d’Adda. Evaso ancora il 7 maggio 2014 dalla casa circondariale ‘Pagliarelli’ di Palermo, è ricomparso l’altra sera nella villetta di Rodolfo Corazzo.

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