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Roma, bimba con due mamme: arriva il sì della Corte d’Appello per l’adozione

Dopo una lunga battaglia una coppia di donne romane insieme alla loro figlia oggi risultano essere un vero e proprio nucleo familiare, dove anche la compagna della madre biologica s’impegnerà all’adempimento dei caratteri sociali, scolastici ed educativi della bambina. Lo ha deciso ieri la Corte d’Appello di Roma

L’adozione di un minore da parte d’individui appartenenti allo stesso sesso fino ad oggi era possibile solo in 21 Paesi, ma una nuova sentenza lo ha reso adesso possibile anche in Italia. Ieri, 23 dicembre 2015, la Corte d’Appello di Roma ha infatti stabilito che una coppia di donne e la loro figlia, avuta tramite procreazione assistita eterologa, rappresentano un vero e proprio nucleo familiare. Dopo una lunga battaglia dilungatasi per circa un anno e mezzo, le due donne, entrambe romane, unite da un legame solido e profondo dal 2003, potranno crescere insieme con pari diritti e doveri la loro figlia. Quest’ultima, avuta dalle donne tramite procreazione assistita in Spagna, circa sei anni fa, ad oggi non appartiene solo alla mamma biologica, ma anche alla compagna della madre. Il caso però non rappresenta un riconoscimento di bi-genitorialità, poiché ciò non è ancora riconosciuto in termini di legge in Italia, ma solo come una presa di coscienza del legame ben consolidato che sussiste tra la bambina e la madre non biologica fin dalla nascita. Quest’ultima insieme alla compagna, nonché madre biologica della creatura, s’impegnerà all’adempimento dei caratteri sociali, scolastici, ricreativi, educativi, e quindi a tutti gli aspetti che riguarderanno la sua crescita.

Un caso di stepchild adoption, un piccolo passo verso la sconfitta dell’omofobia – Il caso, indicato come “stepchild adoption” (letteralmente “adozione del figliastro”) potrebbe rappresentare un piccolissimo passo verso la “sconfitta” dell’omofobia, un fenomeno piuttosto frequente che sfocia spesso in vera e propria violenza e che quindi porta gli individui protagonisti di tale storia a non vivere una vita socialmente serena.

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