Roma: paura e polemiche a Centocelle per l’apertura della nuova moschea

Finanziato da un miliardario del Qatar, sono iniziati i lavori per una nuova moschea. A Centocelle i residenti hanno paura che diventi sede di raduno per i jihadisti

Roma: paura e polemiche a Centocelle per l'apertura della nuova moschea

A niente sono servite le proteste dei residenti, oramai l’ex mobilificio di Stefano Gaggioli, ex presidente di Sviluppo Italia, è stato già comprato da un imprenditore miliardario del Qatar. L’edificio, di quattro piani in piazza delle Camelie, è costato ben quattro milioni di euro ed è stato comprato circa un anno e mezzo fa, ma i lavori, dopo esser stati fermati per qualche tempo, stanno per ricominciare proprio in questi giorni. Il palazzo conterrà uffici, biblioteca, spazio espositivo, aule e una sala di preghiera e diventerà la seconda moschea nel quartiere di Centocelle, per poter dare ai residenti musulmani un luogo di culto e preghiera degno di questo nome dove potersi recare a pregare. Anche perché i musulmani della zona di Centocelle, tutti membri di un’associazione chiamata Al Huda (“la retta via” ndr.) fondata nel 1994, sono arrivati a quota mille persone ma non hanno un vero luogo di ritrovo per pregare: ad oggi si riuniscono nei sotterranei di una palazzina in via dei Frassini, in un garage che ovviamente risulta troppo piccolo per poter ospitare tutti. Nei giorni di riunione di preghiera, di solito il venerdì, sono molti coloro che rimangono a pregare per strada.

Giri misteriosi di soldi nella periferia di Centocelle – La notizia ha iniziato già a prendere piede in tutta Roma, e tanti di loro sono all’erta tra cui anche le forze dell’ordine. Secondo l’Antiterrorismo ci sono circa venti e più associazione di culto islamico che hanno usato i finanziamenti del Qatar per avviare progetti misteriosi con movimenti di denaro anche piuttosto abbondanti ma di cui non si conosce né l’origine, né la destinazione. E’ proprio su questo che si sta cercando di far luce, mentre gli investigatori indagano su quello che si pensa essere nella periferia romana un terreno fertile per movimenti terroristici. Una fonte ben informata di origine musulmana ha dichiarato: «A Roma ci sono centri che hanno beneficiato di somme giunte dall’Oman, lo stato della penisola arabica, ma la destinazione non è ancora data da sapere». Sono voci che circolano anche tra gli abitanti della periferia, che continuano ad essere tesi e per niente tranquilli.

I residenti (italiani) impauriti dalla nuova sede di preghiera – Dopo l’episodio di terrorismo a Parigi, la convivenza tra i fedeli musulmani e quelli cristiani a Centocelle è diventata sempre più tesa. Soprattutto per via dell’ultimo blitz nella stessa periferia il 17 Novembre 2015 a pochi giorni dall’attentato nella capitale Francese. La Digos ha arrestato, nei pressi della moschea, Jacopo Ben Salem, 24 anni, padre tunisino e la sua compagna italiana, per propaganda di idee fondate sulla discriminazione e sull’odio razziale, etnico e religioso. Perquisendo la sua casa, a San Basilio, gli agenti hanno trovato droga, alcuni bilancini di precisione e documenti in lingua araba. Inoltre, episodio che ha reso l’aria di periferia ancora più tesa è stato l’arresto nel 2005 di Osman Hussain, uno degli attentatori di luglio 2005 a Londra. Dunque i romani hanno tutti i motivi per manifestare la propria paura e la propria ansia a vivere in un quartiere così frequentato da islamisti di cui si conosce poco e niente. «Abbiamo paura – dichiara una madre di famiglia – ho due figli piccoli e ho paura di stare in strada perché ho paura che facciano parte dell’estremismo. Come faccio a mandare a scuola i miei figli?». Inoltre la crisi aumenta la tensione tra le due fazioni, come hanno spiegato alcuni abitanti: «Con l’aria che tira le nostre case col tempo si andranno deprezzando e nessuno vorrà più acquistarle. La gente ha paura per via dei ripetuti attacchi terroristici» ha esordito un edicolante. Il proprietario di un bar dice: «Sette anni fa la mia casa era quotata seicentomila euro, adesso non ha mercato». La crisi diventa la ciliegina sulla torta in una situazione d’inquietudine ansia e paura, che probabilmente presto lascerà spazio anche al razzismo.

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