Siria: uccisi 160 jihadisti, più di 3 mila in fuga. Tensioni Mosca-Ankara per raid russi

Crisi diplomatica tra Mosca e Ankara dopo che raid russi hanno violato lo spazio aereo della Turchia. Ministro degli Esteri turco: «Incidente indesiderato. Mosca stia attenta o correrà il rischio di diventare una presenza ostile»

Siria: uccisi 160 jihadisti, più di 3 mila in fuga. Tensioni Mosca-Ankara per raid russi

Sarebbero 160 i militanti dell’Isis rimasti uccisi domenica in un attacco dell’esercito regolare siriano nella provincia di Deir Ezzor. A riportarlo è l’agenzia Ria Novosti da Latakia, dove c’è una base aerea russa, secondo cui nell’attacco sono rimasti feriti anche alcuni militari siriani. Secondo le medesime fonti si è venuto a conoscenza che l’esercito siriano avrebbe colpito nella stessa giornata diverse postazioni di Isis e Fronte al-Nusra nella periferia di Damasco e nella provincia di Homs, compresa la città di Palmira. Un’altra offensiva sarebbe stata lanciata contro le postazioni dei terroristi ad Al Quaryatayn, dove sono rimasti uccisi altri 17 jihadisti. Intanto sembra che almeno 3 mila miliziani dell’Isis e dei gruppi jihadisti Jabhat Al-Nusra e Jaish al-Yarmouk siano fuggiti dalla Siria in Giordania con la paura di un ulteriore avanzata dell’esercito siriano su tutti i fronti e dei raid aerei di Mosca. Nelle ultime 24 ore pare sia spuntata anche una crisi diplomatica tra Mosca e Ankara. Sabato jet turchi avrebbero intercettato un aereo militare russo che, ritornando da un bombardamento in Siria, sarebbe entrato per otto chilometri in territorio turco violando quindi lo spazio aereo della Turchia. L’aviazione russa avrebbe effettuato 25 raid colpendo 9 obiettivi dell’Isis e distruggendo due depositi di armi nella provincia di Homs. Colpita anche una base con 30 mezzi, inclusi tank T-55 sequestrati all’esercito siriano ad Idlib e un posto di comando nella provincia di Hama.

Turchia chiede a Mosca di evitare violazioni
Domenica, invece, due caccia F-16 sono stati ‘disturbati’ durante una missione di pattugliamento al confine con la Siria da un Mig-29 russo. Per questo motivo la Turchia ha formalmente chiesto a Mosca di evitare di ripetere le medesime violazioni, o in caso contrario dovrà ritenersi responsabile per qualsiasi “incidente indesiderato” che potrebbe accadere. Ad esprimere tali proteste è il ministro degli Esteri turco, Feridun Sinirlioglu, che dopo i fatti avrebbe chiamato il suo omologo russo, Sergei Lavrov, per riferire che i raid russi in Siria “sono inaccettabili” e, facendosi portavoce del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, avvertire Mosca di stare attenta alle sue azioni in quanto potrebbe correre il rischio di diventare una presenza ostile nella regione. Avverte la Russia anche il premier turco Ahmed Davutoglu: «Le nostre regole di ingaggio sono chiare per tutti, senza distinzioni», ha detto, aggiungendo che «le forze armate turche hanno ricevuto l’ordine di intercettare ‘anche un uccello’».

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