Strage Dallas, Micah Johnson unico killer: rideva e cantava durante la sparatoria

Micah Johnson ha orchestrato da solo la strage di Dallas: odiava i bianchi, soprattutto i poliziotti bianchi, e voleva ucciderli. Incensurato, reduce di guerra in Afghanistan, è morto nell’ultimo scontro a fuoco con la polizia, ucciso a distanza con un robot imbottito di esplosivo

Strage Dallas, Micah Johnson unico killer: rideva e cantava durante la sparatoria

Odiava i bianchi, soprattutto i poliziotti bianchi. Così durante la manifestazione di protesta organizzata dopo l’uccisione nei giorni scorsi di due afroamericani per mano della polizia, Micah Xavier Johnson ha orchestrato, da solo, la strage di Dallas. 25 anni, incensurato, reduce della guerra in Afghanistan, imbracciando un fucile d’assalto AR-14, ha fatto fuori 5 agenti di polizia, minacciando di ucciderne altri. Johnson è morto poi nell’ultimo scontro a fuoco con la polizia durato ore, ucciso a distanza con un robot imbottito di esplosivo nei pressi di Dealey Plaza, dove è stato assassinato John Fitzgerald Kennedy. Alcuni media locali che citano fonti della polizia parlano di un giovane non particolarmente nervoso, anzi abbastanza tranquillo, e che aveva confessato di essersi allenato in palestra in vista dell’agguato con l’obiettivo di «uccidere bianchi perché li odiava, e soprattutto poliziotti bianchi». «Rideva e cantava durante l’assedio delle forze dell’ordine», hanno aggiunto. Johnson è l’unico killer della strage di Dallas. In un primo momento si pensava che i cecchini appostati sui tetti pronti a sparare sulle forze dell’ordine fossero almeno due, solo dopo molti fermi e diverse ore la polizia è arrivata ad accertare che si trattava di una sola persona. «Con la sua uccisione la città è ora al sicuro», ha affermato poco dopo il sindaco Mike Rawlings, spiegando che l’ipotesi dei vari cecchini era «legata al fatto che nella manifestazione pacifica c’erano 20 manifestanti armati che, sentiti i primi spari, hanno iniziato a correre traendo in errore la polizia».

Accusato di molestie sessuali nel 2014
Adesso, a pochi giorni dalla sua morte, emergono ulteriori dettagli sul passato di Johnson. Nel 2014 era partito per l’Afghanistan come falegname nel 420esima brigata del Genio per sei mesi, lì era stato accusato di molestie sessuali. «La soldatessa che aveva puntato il dito contro di lui aveva messo in evidenza che Johnson aveva bisogno un aiuto psicologico», ha raccontato Bradford Glendening, il legale che gli era stato assegnato. A quel punto l’esercito aveva avviato le pratiche per allontanarlo. «Non piaceva ai suoi superiori, era chiaro da come ne parlava il suo comandante», ha aggiunto Glendening. Rientrato negli Stati Uniti è tornato a vivere con la madre, a Mesquite, vicino a Dallas, dove i vicini lo ricordano come una persona tranquilla e simpatica, decisamente non violenta. A casa però la polizia ha trovato un vero e proprio arsenale: materiale per costruire bombe, fucili, munizioni e giubbotti anti proiettili.

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