Strage di Dacca, sotto shock politico del Bangladesh: “Mio figlio tra i terroristi”

Sotto shock il politico bangladese Imtiaz Khan Babul, padre di uno degli attentatori dell’Holey Artisan Bakery di Dacca: «Non riesco ancora a crederci. A casa non c’era niente, libri o altro che potesse indicare che stava prendendo questa strada». Intanto arriva l’ammissione di un agente: «Ucciso accidentalmente dipendente del locale»

Strage di Dacca, sotto shock politico del Bangladesh: "Mio figlio tra i terroristi"

«Non avrei mai immaginato che mio figlio potesse arrivare a tanto. A casa non c’era niente, libri o altro che potesse indicare che stava prendendo questa strada». A parlare, ancora sotto shock, è Imtiaz Khan Babul, politico del Bangladesh e padre di uno dei terroristi che venerdì 1° luglio hanno fatto irruzione armati di machete all’Holey Artisan Bakery di Dacca, uccidendo 20 persone, tra cui 9 italiani. Il politico non riesce ancora a credere che il figlio Rohan, studente all’università di Monash in Malaysia dopo aver lasciato la Scholastica, si fosse radicalizzato e sia fuggito di casa per arruolarsi e sferrare poi un simile attacco. L’uomo ha anche aggiunto che, come suo figlio, anche altri giovani bangladesi di buona famiglia sono scomparsi, e che probabilmente si sono radicalizzati anche loro online. Proprio qualche giorno dopo dell’attentato il ministero degli Interni del Bangladesh aveva reso noto che gli attentatori del ristorante erano tutti giovani ben istruiti ed educati, provenienti da famiglie ricche, colte e molto conosciute nel Paese. «Non lo avremmo mai immaginato – ha spiegato Babul in un’intervista alla Bbc – perché non c’era niente a casa, libri o altro che potesse indicare che stava prendendo questa strada. Quando ero alla ricerca di mio figlio ho scoperto che altri ragazzi erano scomparsi. Figli di professionisti, di dirigenti, di buona famiglia. Ho condiviso con loro le mie preoccupazioni. Non sapevamo cosa stava accadendo». Rohan è rimasto ucciso nel blitz delle forze speciali impiegate sul luogo per liberare gli ostaggi ancora in vita.

L’ammissione di un agente: «Forse ho ucciso per errore un dipendente»
Intanto è giunta da Dacca l’ammissione di un agente di polizia che potrebbe aver ucciso per errore uno degli ostaggi nel ristorante. L’allarme era stato lanciato da alcuni parenti della vittima che lo avevano riconosciuto attraverso le fotografie dei presunti sequestratori diffuse dalla polizia. «Crediamo di averlo accidentalmente ucciso», ha affermato un agente facendo riferimento ad uno dei dipendenti dell’Holey Artisan Bakery. Nel frattempo la polizia ha fermato tre persone: uno si trova in ospedale in gravi condizioni fisiche, un altro è già in carcere, mentre il terzo sospettato è Hasnat Karim, un ex insegnante della North South University, la stessa frequentata da uno degli attentatori. L’uomo, che al momento dell’attacco si trovava nel locale insieme alla famiglia per festeggiare il compleanno della figlia, è stato ripreso da una telecamera di sorveglianza mentre parlava e fumava nella terrazza del locale insieme a due dei terroristi. Dopo aver rilasciato la sua testimonianza, il docente è stato trattenuto dagli agenti per ulteriori approfondimenti.

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