Strage di Napoli, Giulio Murolo rimane in carcere

L’assassino della strage avvenuta nel quartiere Secondigliano di Napoli rimane in carcere. «Siamo nella fase della disperazione, del dolore, del pentimento, del chiedere continuamente perdono»

Strage di Napoli, Giulio Murolo rimane in carcere

«È un continuo piangere, un continuo disperarsi, un continuo rammaricarsi e addolorarsi per ciò che ha commesso, quindi effettivamente ancora siamo nella fase della disperazione, del dolore, del pentimento, del chiedere continuamente perdono non solo ai familiari ma anche a persone estranee coinvolte nella vicenda», queste le parole di Carlo Bianco, difensore d’ufficio dell’infermiere Giulio Murolo, l’assassino della strage avvenuta quattro giorni fa (venerdì 15 maggio) nel quartiere Secondigliano di Napoli. «In stato di custodia cautelare in carcere per il reato contestato principale che è la strage – spiega ancora l’avvocato – per reati satelliti c’è la detenzione delle armi eccetera, e il denunciato in stato di libertà». Murolo, che nella sua furia omicida ha ucciso familiari e passanti, continua a non voler rispondere alle domande del giudice e rimane, per ordinanza del gip Maria Vittoria Foschini, in carcere perché ritenuto socialmente pericoloso. Giulio Murolo, che chiede continuamente perdono, ma dice di non aver ancora ricostruito l’efferatezza delle sue gesta, deve inoltre spiegare il motivo per cui si ritrovasse ad avere in casa non solo armi regolarmente detenute per via di un permesso per uso sportivo, ma anche un Kalashnikov con matricola abrasa, due machete e munizioni illegali. Domani i primi funerali: quello del povero cuoco Luigi Cantone, centrato alla testa, che per malaugurato caso si trovava a passare sotto casa di Murolo, e del capitano dei vigili urbani e vicino di casa dell’assassino, Francesco Bruner.

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