Studio Oxfam: aumenta divario fra ricchi e poveri. Anche in Italia la musica non cambia

Aumenta nel mondo il divario fra i ricchi e i poveri. Anche in Italia la ricchezza non è distribuita in modo equilibrato: un pugno di “paperoni” si ritaglia infatti gran parte della fetta del patrimonio

Studio Oxfam: aumenta divario fra ricchi e poveri. Anche in Italia la musica non cambia

I nomi sono noti quasi a tutti: Bill Gates, Amancio Ortega, Warren Buffett, Carlos Slim, Jeff Bezos, Mark Zuckerberg, Larry Ellison, e Michael Bloomberg. 8 persone possiedono la stessa ricchezza dei 3.6 miliardi di persone più povere del mondo. Una persona su dieci vive con meno di 2 dollari al giorno. Dieci multinazionali hanno generato profitti superiori a 180 paesi nel mondo. 3 dollari è l’aumento del reddito medio annuale negli ultimi 20 anni del 10% più povero della popolazione mondiale. Il patrimonio di queste otto persone alla fine del 2016 ammontava alla cifra astronomica di 426 miliardi di dollari. Gli otto uomini più ricchi del mondo possiedono tanto quanto la metà più povera della popolazione mondiale. A dirlo uno studio dell’ONG britannica Oxfam.

Anche in Italia la ricchezza non è distribuita in modo equilibrato: un pugno di “paperoni” si ritaglia infatti gran parte della fetta del patrimonio. Dalla parte opposta dello spettro, 3,6 miliardi di persone dovevano spartirsi 409 miliardi di dollari (in media poco più di 113 dollari a persona). Sono tutte cifre che emergono dal nuovo studio Oxfam, “Un’economia per il 99%”, realizzato sulla base delle stime dell’istituto di credito elvetico Credit Suisse e dall’elenco dei milionari stilato dalla rivista Forbes. In Italia il 20% della popolazione più ricca detiene quasi il 70% della ricchezza del paese. Il 60% della popolazione meno fortunata possiede poco più del 13% della ricchezza. Detto anche in altri termini, la ricchezza dell’1% più ricco degli italiani supera di 30 volte la ricchezza del terzo più povero degli italiani. E chi sono questi super ricchi italiani? Tutte persone più o meno conosciute, della moda, dell’alimentazione e della farmaceutica.

Seguono nella classifica i patrimoni della grandi famiglie, come i Benetton: i 4 fratelli vantano un patrimonio superiore agli 11 miliardi di dollari. Oppure i Barilla (8 miliardi). La ricchezza di pochi sta dunque crescendo a dismisura. Nel giro di 25 anni potremmo avere il primo “trilionario”, ovvero una persona che potrà disporre di un patrimonio personale di mille miliardi di dollari. E tutto questo quando una persona su 9 soffre ancora la fame. Una persona su 10 vive con meno di 2 dollari al giorno. Non solo: 7 cittadini su 10 vivono in un paese in cui la disuguaglianza è sensibilmente aumentata negli ultimi 30 anni. Sempre secondo Oxfam, le cause di questa ingiustizia sociale sono da cercare, tra l’altro, nella massimizzazione dei profitti a favore degli azionisti, la compressione verso il basso dei salari dei lavoratori e l’elusione del fisco.

La disuguaglianza economica non è più un fenomeno circoscritto ad alcune aree geografiche, commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ma si è globalizzata: dal Ghana alla Germania, dal Sud Africa all’Italia, nessun governo può dichiararsi escluso. In Sud Africa c’è più diseguaglianza sociale ed economica oggi che ai tempi dell’apartheid, ma la forbice si sta allargando ovunque, dalla Gran Bretagna all’Italia. Povertà e disuguaglianza non sono figlie del destino, ma il risultato di consapevoli scelte politiche ed economiche. Le regole elementari di giustizia sociale vorrebbero che a dare di più siano quelli che più hanno. Non è così.

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