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Terrorismo, Europol: “Nuovo possibile attacco in Europa”, ma l’Italia non è nel mirino

Durante l’incontro tra Europol e comitato di Schengen, il direttore Rob Wainwright esibisce le sue preoccupazioni riguardo l’immigrazione illegale. Inoltre, il capo dell’Europol, ha spiegato come il continente europeo sia ancora a rischio di attentati. L’Italia tuttavia viene esclusa dal mirino dell’Is

«La minaccia terroristica è ancora molto alta, la più grave dai tempi dell’11 settembre. Da gennaio sapevamo che l’Is aveva stabilito una nuova struttura di comando in Siria per gli attacchi all’estero e un nuovo attacco in Europa è ancora possibile. Stiamo seguendo diverse linee investigative». È quello che ha affermato il direttore dell’Europol, Rob Wainwright nel corso dell’audizione del 4 maggio davanti al Comitato Schengen, con sede all’Aja, presieduto da Laura Ravetto, presidente della delegazione parlamentare italiana dell’Ince. Durante l’incontro, Wainwright ha esaminato diversi punti, tra cui anche l’immigrazione irregolare: secondo l’Europol, proprio quest’ultima è un fenomeno in aumento che genera un giro d’affari dai 3 ai 6 miliardi di euro. Il direttore ha continuato a spiegare: «Un settore criminale in più rapida ascesa in Europa. Un’industria criminale che prevede trafficanti, reclutatori, riciclatori di denaro e coinvolge i migranti in una serie di attività illecite come prostituzione e distribuzione di droga. I trafficanti utilizzano canali illegali per disporre di documenti falsi e di mezzi di trasporto e per trasferire denaro ma ricorrono anche a strutture legali come agenzie di viaggio. E reclutano i loro clienti attraverso social media come Facebook».

Legami tra terrorismo e traffico di migranti
Il dirigente dell’Europol ha disposto come le associazioni terroristiche e il traffico di migranti abbiano un possibile legame: «Siamo molto preoccupati per la possibile connessione tra reti terroristiche e trafficanti di migranti. Abbiamo individuato alcuni collegamenti in casi recenti tra sospetti terroristi e canali anche nell’uso di documenti falsi. Ed è confermato che due degli attentatori di Parigi avevano utilizzato il canale della migrazione». Dopodiché Wainwright continua affermando: «Il 90% dei migranti ha ammesso di aver utilizzato servizi illegali che hanno reso possibile il viaggio in Europa: l’attività criminale dei trafficanti di esseri umani è il cuore del problema e deve essere il cuore della nostra attività di contrasto». Difatti il lavoro dell’Europol, ha reso noto il direttore, procede in maniera determinata: «Abbiamo identificato 40mila trafficanti di uomini: si tratta di gruppi multinazionali, che provengono dai Paesi di provenienza dei migranti, come la Siria, di transito, come la Turchia, ma anche da molti Paesi europei». Tuttavia, sottolinea Wainwright, che la battaglia contro i gruppi illegali è resa meno efficiente per l’assenza di collaborazione dei Paesi di partenza dei migranti, un esempio può esserlo la Siria. «Molto importante è la cooperazione che abbiamo con la Turchia considerata una delle priorità dell’accordo tra la Turchia e l’Europa».

Agenti dell’Europol in Grecia e Italia
Dopodiché il direttore dell’Europol ha spiegato dei molti agenti della polizia europea, dispiegati in Grecia e in Italia, per intercettare reti terroristiche: «Non si parla di agenti sotto copertura. Perché questi operano sotto la piena consapevolezza delle autorità nazionali, e non sono impegnati in operazioni da queste indipendenti ma in loro supporto. L’obbiettivo è quello di avere in ogni momento una cinquantina di agenti di polizia operativi nei diversi Hotspot: agenti di supporto a Frontex, una seconda linea di difesa in grado di fornire risposte investigative ad attività sospette. La nostra priorità, dunque è quella di identificare altri network terroristici in attività in Europa». In conclusione, il presidente si è espresso sul rischio dello Stato italiano per quanto riguarda il terrorismo: «Non abbiamo informazioni su specifiche minacce nei confronti dell’Italia», mostrandosi soddisfatto de «l’eccellente livello di cooperazione e collaborazione basato sulle alte competenze delle autorità italiane nel settore dello scambio delle informazioni relative al contrabbando di migranti».

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