Tumore al fegato, scoperta tutta italiana: produzione di interferone come possibile cura

Lo studio è avvenuto al San Raffaele di Milano. Uno studio tutto italiano. Far produrre interferone alle cellule immunitarie. Questa la possibile soluzione, per eliminare le metastasi al fegato causate dal tumore al colon-retto

Tumore al fegato, scoperta tutta italiana: produzione di interferone come possibile cura

Mario Catarinella, finanziato grazie ad una borsa di studio post-dottorato, The San Raffaele International Postdoctoral Programme dell’Università Vita-Salute San Raffaele, è l’autore della nuova possibile scoperta evolutiva in campo medico. Ancora in fase di sviluppo, ma già sperimentato sui topi da laboratorio, lo studio sembrerebbe promettere bene. La ricerca, coordinata dal dottor Giovanni Sitia, responsabile dell’Unità di Epatologia Sperimentale dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, riguarderebbe una nuova terapia genica in grado di contrastare le metastasi al fegato, causata da tumori del colon-retto. I macrofagi che sono cellule del sangue normalmente richiamate nel tumore, possono essere convertite in veicoli di geni anti tumorali. L’obiettivo è quello di far produrre interferone alle cellule immunitarie. «Una volta nel fegato, l’interferone agisce sul microambiente epatico, riducendo precocemente la crescita e la colonizzazione metastatica e in seguito favorendo la risposta immunitaria contro le metastasi da colon-retto», afferma il dottor Sitia. «Abbiamo inoltre verificato che l’ingegnerizzazione dei macrofagi e la conseguente produzione specifica di interferone, è in grado di conferire protezione a lungo termine in modelli preclinici murini, senza causare apparenti effetti collaterali o incapacità a rispondere adeguatamente a infezioni virali sistemiche», continua.

Adesso è indispensabile continuare la sperimentazione, non fermarsi – È importante adesso non fermarsi con la sperimentazione. È importante valutare quali pazienti potranno usufruire di tale terapia, riscontrando risultati positivi. Potranno loro stessi legarsi a qualche speranza. Lo afferma lo stesso ricercatore, Giovanni Sitia. «I nostri risultati forniscono una prova incoraggiante dell’efficacia e sicurezza della strategia nei modelli sperimentali. È ora necessario effettuare ulteriori studi preclinici volti a valutare quali pazienti con metastasi epatiche da tumori del colon-retto possano meglio beneficiare di questa terapia genica e preparare la sperimentazione clinica che potrebbe cominciare tra qualche anno».

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