Turchia, ultimo bilancio del golpe fallito: 3mila arresti, oltre 260 morti, 1200 feriti

In totale i feriti sono saliti a 1154, i morti oltre 260, mentre i soldati arrestati arrivano a quasi 3mila. Il premier turco Binali Yildirum, accusa d’aver incitato al golpe di stato l’ex alleato del presidente Fethullah Gulen ora in America, ma lui si difende: «Particolarmente offensivo»

Turchia, ultimo bilancio del golpe fallito: 3mila arresti, oltre 260 morti, 1200 feriti

Sono circa 260 i caduti negli scontri avvenuti durante il golpe di Stato in Turchia avvenuto nella notte tra il 15 e il 16 luglio. Il bilancio dei coinvolti, reso noto dal generale Umit Dundar, il facente funzioni del capo delle forze armate, ha conteggiato anche 1154 feriti gravi e 2893 arresti che comprendono: 41 ufficiali di polizia, 2 soldati, 4 civili e 104 persone descritte come complottisti più altri 7 ufficiali dell’esercito turco ed un civile, che hanno chiesto asilo politico alla nazione greca a cui è stato già chiesta l’estradizione. È dal premier turco Binali Yildirum che arrivano le prime dichiarazioni sui provvedimenti da prendere: il primo ministro ha esplicato come nella costituzione non sia prevista la pena di morte, ma ha anche sottolineato come il governo considererà cambiamenti legali per accertarsi che simili tentativi di colpi di stato non possano ripetersi. Dopo la presa al potere da parte dei militari, il presidente Recep Tayyip Erdoğan aveva tentato di lasciare il Paese chiedendo asilo politico alla Germania, ma sembrerebbe esser stato rifiutato anche se non vi è conferma, tentando poi di arrivare in Gran Bretagna. Tuttavia, a golpe sventato, il presidente è tornato ad Istanbul ed è stato acclamato dai suoi sostenitori all’arrivo all’aeroporto: il presidente ha ringraziato il proprio popolo, che sventolava bandiere turche inneggiando ad Allah.

Gulen: «Offensivo»
Durante la giornata del 16 luglio si è svolta una riunione d’emergenza dell’Alto Consiglio che ha visto la partecipazione di giudici e procuratori: durante l’assemblea, il massimo organismo turco di controllo dei magistrati e procuratori, ha sollevato dall’incarico 2745 giudici in tutto il Paese, come spiegato dall’agenzia “Anadolu”. In più, aggiunge la testata, la riunione aveva proprio lo scopo di decidere quali misure disciplinari adottare contro i giudici sospettati d’avere legami con il religioso musulmano Fethullah Gulen, ex alleato del presidente, diventato nemico numero uno, l’imam e magnate accusato d’aver ispirato il golpe, ora in America. Il premier Binali Yildirim, che ha lanciato un appello a tutti i deputati chiedendo di presentarsi ad Ankara per una seduta straordinaria del Parlamento, ha spiegato, come riporta “Ansa”: «Non riesco a immaginare un Paese che possa sostenere quest’uomo», riferendosi proprio a Fethullah Gulen.

«Leader di un’organizzazione terroristica, soprattutto dopo la scorsa notte. Un Paese che lo sostenga non è amico della Turchia. Sarebbe persino un atto ostile nei nostri confronti», ha continuato Yildirim riferendosi agli Usa, dove Gulen vive in auto-esilio dal 1999. Il premier ha infine ricordato che la Turchia ha già inviato una richiesta di estradizione. L’accusato, tuttavia, in un comunicato ha giurato di esserne estraneo: «Per qualcuno come me che ha sofferto sotto diversi colpi di stato militari nelle ultime cinque decadi, è particolarmente offensivo essere accusato di avere legami con un tentativo del genere», ha concluso.

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