Unioni civili, critiche contro il Ddl Cirinnà: favorirebbe l’utero in affitto

Il disegno di legge, ancora da approvare a Montecitorio, ha già scatenato molte polemiche: il ddl dovrebbe regolamentare le unioni civili in Italia, anche quelle tra omosessuali, ma di fatto, secondo alcuni, potrebbe aprire spiragli per la maternità surrogata

Unioni civili, critiche contro il Ddl Cirinnà: favorirebbe l'utero in affitto

Il tema dell’utero in affitto, vietato in Italia, continua a tornare d’attualità, ma questa volta per una via trasversale: il ddl Cirinnà, il disegno di legge che dovrebbe regolamentare le unioni civili (anche tra omosessuali) che prende il nome dalla senatrice Pd che ne è promotrice. Secondo alcuni, infatti, il disegno di legge potrebbe aprire uno spiraglio per quelle coppie, desiderose di figli, che vorrebbero ricorrere alla maternità surrogata in altri Paesi, soprattutto le coppie omosessuali. L’utero in affitto è una pratica vietata in Italia dalla legge 40, ma praticata da alcune coppie andando all’estero e ricorrendo poi alla legittimazione “de facto” una volta tornati nel Bel Paese. Il pericolo starebbe nell’articolo 5 del discusso disegno di legge e cioè quello che istituirebbe la cosiddetta “Stepchild Adoption”, un termine anglosassone che indica l’adozione, da parte del compagno del genitore naturale di un bambino, del figlio diventandone così il “genitore sociale”. Il problema, è stato fatto notare, è che tutto questo è possibile solo tramite la rinuncia dell’altro genitore biologico, esattamente come accade nei casi di maternità surrogata.

Ci sono problemi di procreazione assistita e gestazione per altri – Infatti, buona parte di queste “stepchild adoption” avvengono nel mondo proprio grazie alla procreazione assistita eterologa, un escamotage spesso utilizzato dalle coppie gay o da quelle eterosessuali che desiderano avere un figlio senza troppa burocrazia. Insomma, secondo i detrattori il ddl Cirinnà farebbe rientrare dalla finestra la pratica dell’utero in affitto, con tante coppie che farebbero generare un figlio all’estero per poi vederselo riconoscere in Italia grazie alla legge, se si farà, delle unioni civili. Le polemiche a proposito dell’articolo 5 non sono mancate di farsi sentire, tanto che alcune indiscrezioni raccontano che il Pd sarebbe pronto a fare un passo indietro sulla “stepchild adoption”, formulandone in futuro un disegno di legge a parte. La Cirinnà, su “Repubblica”, aveva dichiarato che il disegno di legge non sdoganerà mai l’utero in affitto in Italia, anche se, in un’altra intervista per “Coffee Break” su La7, aveva ammesso che diverse coppie di omosessuali avrebbero usato la “stepchild adoption” in Usa e Canada per “comprare” un figlio.

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