Virus Zika: arrivato in Italia, contagiate 3 persone, in pericolo le donne in gravidanza

Italiani contagiati dal Virus trasmesso dalla zanzara tigre e non da persona a persona. In Italia era già presente, ora in Brasile c’è il picco di contagiati ancora in corso

Virus Zika: arrivato in Italia, contagiate 3 persone, in pericolo le donne in gravidanza

Il virus Zika, che sta dilagando in tutti i continenti e che ha infettato tre persone in Gran Bretagna, due in Spagna è arrivato anche in Italia, infettando tre italiani. Le tre persone contagiate sono tornate da un viaggio dal Sud America e Caraibi e ora portano avanti sintomi come: febbre bassa, eruzioni cutanee, dolori alle ossa, arrossamento degli occhi. In ogni caso il virus sembra comunque preoccupare meno dell’emergenza Ebola soprattutto perché si comporta come una normale influenza. Negli adulti e nei ragazzi è meno rischiosa, l’unica pericolosità rimane per i feti perché il virus, se contratto, può condurre a microcefalie, una condizione nella quale i bambini nascono con piccole teste e un cervello poco sviluppato. Prima che il virus scateni ulteriori preoccupazioni, si è precisato che non si diffonde da persona a persona. Il virologo Fabrizio Pregliasco dell’Università degli studi di Milano, e direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi, come cita “La Repubblica”, ha spiegato: «Potenzialmente, la zanzara tigre può veicolare il virus. Ma nel 25% dei casi la malattia è asintomatica: nella gran parte, la sintomatologia è lieve con forme di febbricola, congiuntivite ed esantemi». I tre ora sono sotto cura, ma il primo caso più recente di contagio del virus è stato accertato già quattro mesi fa a Bologna.

In Italia c’è già il virus, in Brasile c’è il picco
La patologia, tuttavia, è sbarcata in Italia già qualche anno fa. Oltre al caso di Bologna, registrato come unico caso nel bolognese, ha fatto scalpore il caso di qualche anno fa a Rimini. Come ricorda anche Pregliasco: «Il contagio, potenzialmente, può essere diffuso in Europa anche dalla zanzara tigre, com’è avvenuto nel riminese quando un turista, ammalato di chikungunya, ha provocato una piccola epidemia diffusasi via zanzare, contagiando 200 persone. In questi casi, deve scattare il sistema di sanità pubblica che da una parte isoli le persone infette, vietando loro, ad esempio, di uscire di casa nel periodo della malattia per evitare di essere punti dalle zanzare. E dall’altra occorre intervenire con i sistemi di bonifica ambientale per ridurre la presenza di zanzare», spiegando che ci sono diverse maniere per evitare di essere contagiati, anche bonificando il territorio. Il dottore ha spiegato tuttavia che il virus era già in circolo fin dagli anni ‘50: «Il virus è ‘vecchio’, fu scoperto nel ‘47, il suo nome è legato a una foresta dell’Uganda. Il virus è correlato alla dengue, alla febbre del Nilo occidentale già presente in Italia, tutte malattie provocate da virus membri della famiglia flaviviridae. Negli anni ‘70 fu individuato in alcune scimmie in Nigeria. Poi s’è diffuso in diverse nazioni: Uganda, Sierra Leone, Malesia, Filippine, Thailandia. Ma le prime epidemie preoccupanti sono state registrate nel 2007 nella Micronesia, in Colombia e in Nuova Caledonia», e ora prende piede una nuova epidemia in Brasile.

Alto picco in Brasile, evitare punture di zanzara
Pregliasco ha riportato proprio l’esempio del recente contagio esteso a tutta la regione Brasiliana: «Il virus, pur essendo presente da tempo ma con focolai circoscritti, è dal 2015 che è ha scatenato una forte epidemia in Brasile, dove addirittura si pensa a una correlazione tra il virus e le microcefalie dei neonati». Difatti, proprio in Brasile, c’è un alto picco di casi di Zika e di microcefalie, circa un milione e mezzo di casi secondo il virologo. Il Consiglio della Sanità di Brasilia sta indagando in merito per capire da dove dipende la diffusione del virus e nel frattempo ha segnalato alle donne brasiliane di rimandare eventuali gravidanze. Il virologo è stato chiaro: «Il contagio ha le caratteristiche molto simili ad un fuoco: se si interviene subito sul primo focolaio, si spegne subito. Altrimenti divampa l’incendio», anche perché se la malattia può essere anche asintomatica e simile all’influenza, è difficile accorgersi di esserne affetti. Soprattutto per le prossime neomamme, il neonato rischia di avere deformità encefaliche. Non è stato ancora scoperto un vaccino per questa patologia, l’unica forma di prevenzione sembra proprio evitare le puntura di zanzara tigre, trasmittente del virus, in attesa di nuove direttive.

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