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Assegni familiari, nuovo ddl di delega al Senato: figli sostenuti fino a 26 anni

La commissione delle Finanze del Senato ha finalmente preso come testo base il ddl di delega dei Lepri. Secondo tale testo, potrebbe esserci la possibilità di assegno per i figli fino ai 26 anni in base al reddito. Questo assegno universale andrebbe a sostituire l’attuale sistema di bonus e detrazioni

Saranno universali e scaleranno nel corso degli anni. Sono le ultime novità riguardo gli assegni familiari di figli a carico. Difatti, chi ha figli a carico, anche autonomi, potrà ottenere il sostegno dai primi anni di vita fino ai 26 anni d’età. Questo è quanto previsto dall’ultimo ddl di delega di Stefano Lepri, già menzionato da Tommaso Nannicini. Tuttavia, l’argomento sugli assegni familiari non è nuovo: molteplici proposte erano già state presentate a partire dal 2014. La commissione delle Finanze del Senato, dopo diverse analisi, è finalmente giunta alla conclusione di scegliere come testo base proprio la delega Lepri. Il relatore Moscardelli ha spiegato: «La prossima settimana si vota e puntiamo a chiudere al più presto». Questa delega, come raccontato da Moscardelli, dovrebbe puntare a un «sostegno a tutte le famiglie che hanno figli, a prescindere dalla tipologia di lavoro dei genitori». In aggiunta, s’ipotizza di accompagnare i figli «fino alla loro presunta autonomia». Secondo tale testo, fino ai tre anni l’assegno diventerebbe più cospicuo, ma si ridurrà dai 3 ai 18 fino ad essere limitato ai 25-26 anni. Lo Stato andrebbe a versare ai genitori 200 euro al mese dalla nascita fino ai tre anni d’età; 150 euro al mese dai 3 fino alla maggiore età 18 anni e 100 euro al mese dai 18 fino ai 26 anni. Superati i 26 anni non sarà più possibile usufruire dell’assegno, anche se il figlio non è in grado di mantenersi da solo.

Anche per gli incapienti
Inoltre, come previsto dal ddl di delega, le rendite verranno direttamente all’Isee. A questo riguardo, fino ai 30mila euro di soglia Isee l’assegno avrebbe la stessa cifra per tutti, dai 30 ai 50mila, la rendita andrebbe a calare. Tuttavia, secondo la delega, si prevede anche un innalzamento dell’Isee di 5mila euro per ogni figlio a carico. Anche per gli incapienti si prevede che «il beneficio sia riconosciuto in denaro». Proprio gli incapienti non andrebbero a non detrarre nulla per via del reddito basso. Infatti, con l’attuale sistema, l’assegno familiare è previsto solo per i lavoratori dipendenti o i pensionati. Per gli autonomi non rimane nulla. Con questo nuovo “strumento”, si eliminerebbero gli assegni familiari, detrazioni e bonus vari, a eludere anche le esclusioni che avvengono dalle detrazioni fiscali curando anche i sistemi e i difetti che rendono questo sistema di sostegno fallace. Affidandosi alle previsioni, entro tre mesi dall’avvio del Parlamento alla delega, il Governo arriverà a riconoscere «un’unica misura universalistica per ciascun figlio a carico».

Il senatore Pd Stefano Lepri, già primo firmatario della proposta sottoscritta da altri 50 colleghi di partito, ha spiegato: «Secondo le simulazioni fatte dalla Banca d’Italia e dall’Ufficio parlamentare di Bilancio questo schema consentirebbe a due terzi delle famiglie con figli di avere tutto il beneficio, un altro 20% lo avrebbe ridotto e un ulteriore 15% resterebbe fuori». Moscardelli, in aggiunta, ha spiegato a riguardo dei tempi d’attesa epocali. Il motivo è perché: ≪All’inizio c’erano molti testi con approccio diverso, ed è stato necessario un lavoro per creare il consenso in commissione sul testo base da adottare≫, dopo si è susseguita una «fase nella quale bisognava creare un consenso politico molto forte non solo in Parlamento. Questo consenso è maturato pian piano fino a diventare oggi portante».

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