Tito Boeri racconta al “Graduation Day” alla Cattolica che i lavoratori nati nel 1980, avrebbero il pensionamento oltre i 70 anni d’età, con un ritardo addirittura di 5 anni. A breve saranno spedite le buste arancioni con i dati pensionistici. Boeri valuta anche il part time per chi è vicino alla pensione
Per tutti coloro che sono nati negli anni ‘80, si rischia un ritardo di pensionamento di circa 5 anni, arrivando a prendere la pensione anche a 75 anni. È l’allerta che il presidente dell’Inps Tito Boeri ha spiegato il 19 aprile durante il suo intervento al “Graduation Day” all’Università della Cattolica di Roma. Secondo l’economista, la penalizzazione verrebbe dalla saltuarietà contributiva degli anni andati persi a causa di un lavoro poco continuo della generazione anni 80. La conferma viene anche da uno studio effettuato proprio sulla generazione 1980, come spiegato dal presidente Inps: «Abbiamo preso in considerazione i lavoratori dipendenti ma anche gli artigiani, e persone che oggi hanno 36 anni e che probabilmente, a causa di episodi di disoccupazione, hanno una discontinuità contributiva di circa due anni. Invece di andare in pensione a 70 anni rischiano di andarci due, tre o anche cinque anni dopo perché privi dei requisiti minimi». Da questa settimana, tuttavia, partiranno le prime buste arancioni: «Saranno 150mila e sono delle buste che contengono informazioni di base sulla vita previdenziale delle persone», e che conterranno la stima dell’estratto conto contributivo e la previsione del rapporto tra contributi versati, pensione futura e possibile uscita.
Timore per le buste arancioni
Il Presidente ha anche sottolineato come in Italia i livelli di disoccupazione giovanile siano «assolutamente intollerabili». Inoltre, per Boeri, quella delle buste arancioni la considera un’operazione importante «perché in Italia c’è una bassa cultura previdenziale e una consapevolezza finanziaria ancora più bassa, soprattutto fra i giovani». A margine della stessa giornata, Boeri ha spiegato nel suo discorso che per l’invio delle buste arancioni si aveva un certo “timore”: «Abbiamo trovato tantissimi ostacoli, soprattutto per l’invio delle buste arancioni perché, lo voglio dire con sincerità, c’è stata paura nella classe politica, paura che dare queste informazioni la possa penalizzare, paura di essere puniti sul piano elettorale», spiegando così i ritardi avuti per l’emanazione delle proiezioni sui dati lavorativi utili per la pensione. Per quanto riguarda il part time per chi è vicino alla pensione, Boeri ha spiegato: «E’ una sperimentazione e come tale va studiata, non si può dare un giudizio prima. Ci sono dei limiti di stanziamento, quindi in ogni caso non potranno esserci più di 30mila lavoratori nel giro di 3 anni. Valuteremo la misura con estrema attenzione», ha concluso.
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