Fossa comune scoperta poco più a nord del centro di Palmira. Il sito archeologico era stato preso d’assedio dallo Stato Islamico nel maggio 2015. 42 i corpi in totale, tra cittadini, donne e bambini e miliziani. Distrutte opere irreparabili del sito
Sono stati ritrovati una quarantina di corpi, tutti ammucchiati tra cui anche corpi di minori, proprio a Palmira, il Patrimonio dell’Unesco in Siria occupato militarmente dall’Isis per circa 10 mesi, prima che la milizia siriana conquistasse il posto. Il noto sito archeologico avrebbe avuto dunque una fossa comune, ma la notizia non sarebbe ancora verificabile in maniera indipendente, ma è stata annunciata da alcuni media controllati da Damasco che hanno riferito: «Rinvenimento di 42 corpi, alcuni senza testa, in una fossa comune nella periferia nord-orientale della città moderna di Palmira». Dalle fonti militari, quelle usate anche dall’agenzia siriana Sana, la quarantina di corpi risultano essere metà militari e miliziani lealisti, mentre 24 sono cadaveri di civili. La fossa conteneva non solo uomini, ma anche tre bambini, di cui la loro età ancora non è stata precisata, e donne: molti sono decapitati, altri con spari sul cranio. Le salme sono state trasferite all’ospedale di Homs, il capoluogo siriano, ed alcuni sono già stati identificati. Nel frattempo anche gli sminatori russi sono al lavoro per lo sminamento del perimetro archeologico di Palmira.
Danneggiato il sito di Palmira
Palmira era già stata danneggiata dalla repressione delle proteste anti-regime del 2011 e dalla presenza jihadista del 2015. L’assedio dello Stato Islamico, era avvenuto nel maggio dello scorso anno, quando le truppe governative si erano ritirate lasciando scoperta la città, nonché centro di una regione intermediaria, che possiede campi di gas naturali e collegamenti viari. L’Ondus, l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ha ipotizzato che durante i 10 mesi di dominio dell’Isis a Palmira, lo Stato Islamico abbia ucciso un totale di 280 persone. Inoltre, la presenza delle truppe ha danneggiato in maniera permanente alcuni monumenti della stessa aera che, proprio alcuni archeologici siriani del dipartimento delle antichità di Damasco, ritengono di aver bisogno di circa 5 anni per ristrutturare parte del sito archeologico andato distrutto. Ora, Palmira, si trova sotto la conquista delle truppe di Damasco, conquistata domenica scorsa durante un’offensiva che era anche stata sostenuta in maniera determinata dall’aviazione russa e dalle milizie libanesi, irachene e filo-iraniane.
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