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Bergamo: marocchino ucciso in strada a colpi di machete, fermato 15enne

E’ successo a Zingonia; il presunto assassino, appena 15enne, ha partecipato alla spedizione punitiva nei confronti dell’uomo, accusato dal branco di aver commesso uno sgarro. Ferito anche il fratello della vittima nel corso dell’aggressione

Mercoledì scorso, un uomo di nazionalità marocchina, Mohamed El Khouman, trentenne, era stato barbaramente ucciso a colpi di machete in strada a Zingonia, nella Bassa Bergamasca; nella stessa aggressione era rimasto gravemente ferito suo fratello, Otmane. Ieri, per l’omicidio è stato arrestato un ragazzino di appena quindici anni, anche lui marocchino, senza fissa dimora: il giovanissimo ha confessato. Il 15enne è stato fermato nella notte di ieri dai carabinieri di Bergamo ed è stato poi ascoltato ieri mattina dal procuratore capo della Procura dei minori di Brescia, competente anche per il territorio di Bergamo. Il ragazzino fa parte del commando che ha aggredito mercoledì scorso El Khouman e suo fratello, anche se non è noto se abbia fatto i nomi di eventuali complici, ma ha raccontato che il suo gesto è stato una reazione alle minacce di Mohamed. Così, almeno, si sarebbe giustificato.

Una rissa sanguinosa scoppiata negli ambienti dello spaccio e della prostituzione del paese bergamasco – Ci sono molte testimonianze sulla rissa che ha portato alla morte del marocchino l’11 novembre; diverse persone hanno raccontato ai carabinieri di aver visto un commando numeroso (almeno 6 o 7 persone) composto da individui armati fino ai denti, con coltelli ed altre armi da taglio, e almeno una pistola. Lo scontro è avvenuto a Zingoria in piazza Affari, noto centro di spaccio e prostituzione della cittadina a poche centinaia di metri dalla caserma dei carabinieri. Otmane, fratello della vittima, ferito ad una gamba da un colpo di pistola, era riuscito a raggiungere la caserma e a dare l’allarme. Le indagini adesso si concentrano proprio sul mondo dello spaccio di stupefacenti e una delle prime piste battute sin da subito dai carabinieri è una possibile resa dei conti tra due bande contrapposte di spacciatori; all’origine di questa incredibile violenza ci sarebbe proprio uno sgarbo o una parola di troppo.

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