A un anno di distanza dagli attentati al Charlie Hebdo spunta un video degli ultimi attimi di vita di Amedy Coulibaly. Una testimone: «Gli ho chiesto se volesse dei soldi, ma lui mi ha risposto che non avevo capito, che era venuto qui per morire come un martire in nome di Allah e del suo profeta Maometto»
Ieri, 7 gennaio 2016, Parigi ha ricordato le vittime della strage nella redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo. E proprio ad un anno esatto di distanza è stato reso pubblico un video in cui Amedy Coulibaly, il terrorista che ha ucciso 4 persone, tenendone altre 12 in ostaggio nel supermercato kosher, parla con una delle vittime prima di essere colpito a morte dalla polizia, intervenuta subito evitando un’altra strage. «Sono venuto qui per morire come martire di Dio», dice Amedy agli ostaggi. Il terrorista racconta loro le motivazioni che lo hanno portato all’irrimediabile gesto mettendoli in guardia su altri imminenti attacchi terroristici in Europa: «Io sono nato in Francia e se non avessero attaccato i musulmani tutto questo non sarebbe mai successo. Molto presto altri come me arriveranno in Europa e per i miscredenti sarà la fine». Il video in questione si intitola “Tre giorni di terrore: gli attacchi a Charlie Hebdo” ed è stato mostrato in esclusiva dalla BBC. Si tratta di un documentario che raccoglie anche un’importantissima testimonianza di una giovane sopravvissuta, che ha preferito tenere segreta la sua identità. La donna ha ricordato i terribili attimi all’interno del supermercato quel maledetto 9 gennaio del 2015 e le ultime parole di Coulibaly prima di morire: «Gli ho chiesto se volesse dei soldi, ma lui mi ha risposto che non avevo capito, che era venuto qui per morire come un martire in nome di Allah e del suo profeta Maometto». Il terrorista l’avrebbe inoltre avvertita sull’imminente arrivo di altri attentatori come lui a Parigi, e in tutta Europa.
Amedy Coulibaly ucciso in un blitz
Pochi minuti dopo la polizia francese intervenne con un blitz nel locale commerciale ebraico a Saint-Mande, vicino a Porte de Vincennes, colpendo a morte Amedy Coulibaly. Nella stessa giornata un altro blitz nel complesso di Dammartin-en-Goele in cui rimasero uccisi i fratelli Kouachi, Chérif e Said, i killer che due giorni prima, il 7 gennaio 2015, fecero irruzione nella sede del settimanale satirico Charlie Hebdo uccidendo 12 persone.
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