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Delitto Pordenone, Ruotolo: “Nessun debito con Trifone, smentisco uscite insieme a lui”

L’unico indagato per l’omicidio di Teresa e Trifone ha scritto e inviato una lettera alla trasmissione ‘Quarto Grado’ per raccontare la sua verità in merito al racconto dei genitori di Trifone. «Non mi sono mai recato nella loro abitazione e non avevo debiti con lui: smentisco dunque di aver chiesto alla mamma 25 euro. Rispetto e capisco il loro dolore, ma devono rispettare anche il mio»

«Sono dispiaciuto per quanto è stato riferito in merito a fatti legati alla famiglia Ragone: non mi sono mai recato nella loro abitazione prima del tragico evento per cene o altro, e dopo il trasferimento di Trifone i nostri rapporti erano rimasti di cortesia, smentisco, dunque, uscite in pub o pizzerie assieme a lui». È quanto si legge dalla lettera scritta da Giosuè Ruotolo, unico indagato per l’omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza, i fidanzati uccisi a Pordenone, e da lui inviata alla trasmissione “Quarto Grado” per discolparsi e raccontare la sua verità in merito al racconto dei genitori dello stesso Trifone che hanno affermato di averlo conosciuto e ospitato nella loro casa in provincia di Bari. Il militare, ex collega e amico di Trifone, smentisce anche di aver chiesto 25 euro alla mamma del ragazzo ucciso, e per di più nel giorno del suo funerale, che gli sarebbero stati dovuti per il saldo di un pregresso debito. «Non avevo debiti. Sono dispiaciuto per una mia presunta richiesta di 25 euro alla famiglia Ragone che mi sarebbero stati dovuti per il saldo di un pregresso debito del mio commilitone Trifone. Preciso nel modo più assoluto di non aver mai compiuto una tale richiesta e ritengo offensivo attribuirmi un fatto di così basso valore morale», ha scritto l’indagato in un passaggio della lettera in cui emerge tutta la voglia di difendere la propria integrità e dignità.

Ruotolo al funerale chiede 25 euro di un debito
L’episodio era stato raccontato agli inquirenti dalla mamma della vittima, che aveva riferito che Giosuè Ruotolo le si era avvicinato durante il funerale del figlio affermando che Trifone gli doveva 25 euro. La donna era rimasta sconcertata da una richiesta così inumana, ma stava comunque restituendo la somma richiesta dal commilitone. Sarebbe poi intervenuto un altro ragazzo dicendole di lasciar perdere, che era «solamente una buffonata». Alla fine l’indagato conclude: «Provo rispetto nei confronti della famiglia Ragone per l’immenso dolore che la stessa sta vivendo. Chiedo nel contempo che sia rispettato anche il dolore mio e dei miei familiari per il coinvolgimento in questa triste vicenda della quale mi sono da sempre ritenuto estraneo».

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