Nel corso di un’altra udienza del processo per l’omicidio di Yara Gambirasio, avvenuta nella giornata di ieri, sono state rese note le cronologie delle ricerche compiute online da Massimo Bossetti a proposito di immagini piccanti di ragazzine, che poi lo stesso carpentiere cancellava
Ci sono delle cronologie internet che parlano molto più dei già pesanti indizi a carico di Massimo Bossetti, il carpentiere di Mapello unico imputato per l’omicidio di Yara Gambirasio; nel corso di un’altra udienza del processo, avvenuta nella giornata di ieri, sono state rese note le ricerche che Bossetti effettuava sui motori di ricerca che, anche se non lo accusano pienamente, mostrano un uomo attirato dalle ragazzine, soprattutto tredicenni, nude, e in atteggiamenti inequivocabili di scene spinte. Sono tutte ricerche compiute da Bossetti dal 31 gennaio 2010 fino al giorno del suo arresto. I periti hanno analizzato il portatile Toshibadi di Bossetti e dal computer Acer fisso di casa sua; sono indizi che pesano, anche perchè il portatile lo usava soltanto lui. Bisogna anche dire che il più delle volte Bossetti cercava i soliti filmati a luci rosse, non pedopornografici e senza informarsi su video violenti o scioccanti, ma quando digitava su Google il discorso cambiava.
Cancellava la cronologia con programmi appositi
Da Google e Youtube sono saltate fuori parole indicibili che riportano alla pedo-pornografia, tutte ricerche compiute dall’imputato tra il 2013 e il 2014. Ma non tutte le ricerche sono riuscite ad essere recuperate dagli inquirenti; infatti, conscio dell’aspetto strano di queste sue ossessioni, Bossetti eliminava le cronologie tramite programmi appositi come Celeaner, Inprivate Browsing, Sandbox, creati proprio per cancellare tutto o intraprendere una navigazione anonima. Si tratta comunque di indizi importanti, anche perchè Yara era rossiccia, tredicenne e vergine, proprio come le ricerche di Bossetti sul web.
Si documentava anche su altri fatti di cronaca nera
Comunque, su Internet si era documentato non solo del caso di Yara, ma anche di altri fatti di cronaca nera che riguardavano omicidi o stupri di minorenni; il carpentiere non ha battuto ciglio nel corso dell’udienza, mentre la prossima è prevista per il 24 febbraio, in cui saranno ascoltati tutti i suoi familiari come testimoni.
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