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Palermo, duplice omicidio a Falsomiele: due uomini freddati a colpi di pistola dai killer

Un duplice omicidio con modalità mafiose si è verificato a Falsomiele, alla periferia di Palermo: due uomini, a quanto pare legati ad ambienti mafiosi e di spaccio, sono stati freddati a colpi di pistola da almeno due killer, poi dileguatisi

A Palermo le pistole tornano a fare rumore e le pressioni mafiose iniziano a farsi sentire sempre più forti: a Falsomiele, alla periferia di Palermo, due uomini tra i 35 e i 40 anni sono stati freddati a colpi di pistola mentre erano a bordo di una Fiat 500L. Uno dei due è morto sul colpo, mentre l’altro pochi istanti dopo; i due, avendo fiutato il pericolo, erano anche riusciti a scendere dall’auto per darsi alla fuga, ma sono stati subito raggiunti dai killer, a quanto pare due, che non gli hanno lasciato scampo. Sul posto è subito giunta la squadra mobile e le ambulanze del 118. Molto probabilmente, il delitto sembrerebbe legato ad ambienti mafiosi o allo spaccio di droga: uno dei due uccisi è Vincenzo Bontà, 45enne incensurato e genero del boss Giovanni Bontade (fratello del più famoso Stefano), mentre la seconda vittima si chiamava Giuseppe Vela, 53 anni, identificato dalla polizia dopo molte ore.

Nuovi scenari in seno a Cosa Nostra?
Nello stesso quartiere, qualche mese fa, si erano verificati altri due agguati: il 3 ottobre era stato ucciso Mirko Scicchitano in via della Conciliazione, mentre, nel pomeriggio dello stesso giorno, era finito gambizzato Luigi Cona, 32 anni, nella vicina via dell’Allodola. L’uomo è titolare di una rosticceria, “Al bocconcino”. Anche in queste due occasioni, a fare fuoco sarebbero stati due killer, poi fuggiti.

«La mafia non è ancora stata sconfitta»
«Purtroppo dobbiamo registrare la permanente vitalità, che avevamo del resto segnalato con forza fino a pochissimo tempo addietro, delle organizzazioni malavitose operanti sul territorio. Lo ribadisco ancora una volta: se qualcuno pensa che la mafia sia stata sconfitta e tutto sia finito, evidentemente non ha ancora capito nulla». Così si è espresso il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi: «E’ bene tenere alta l’attenzione – ha aggiunto – e continuare a lavorare tutti quanti per cercare di sconfiggere questo fenomeno».

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