Epidemiologi e virologi tornano alla carica: “Ci saranno nuove pandemie”

Il direttore generale dell’Oms lancia un messaggio criptico. Immediatamente cavalcato dagli esponenti della sanità italiana: “Un’altra pandemia? Non possiamo escluderla”

“Il Covid è stata la prima malattia X, ma può succedere ancora”. L’Organizzazione mondiale della sanità continua a lanciare l’allarme in vista del futuro. Secondo il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, non si può abbassare la guardia e non è possibile immaginare che nuove e pericolose pandemie, non possano manifestarsi nuovamente.  Il direttore generale dell’Oms ha lanciato l’allarme nel World Economic Forum a Davos, riportando la preoccupazione di epidemiologi, virologi e medici. Quella della ‘malattia X’ “non è un’idea nuova”, ha chiarito. “Abbiamo usato la terminologia la prima volta nel 2018. Tutti gli anni l’Oms stila una lista delle malattie emergenti. Abbiamo inserito Mers, Zika, Ebola. Ma abbiamo detto anche che ci sono cose che potrebbero succedere e oggi non conosciamo”, ha aggiunto Tedros.

L’Oms lancia un nuovo allarme sul Covid – litalianews.it

L’organizzazione mondiale della sanità inoltre, ha chiarito che  il verificarsi di una pandemia “è una questione di quando e non di se”. “Se lo diciamo – ha concluso – non è per creare il panico ma per prepararsi”, ha aggiunto. “Il tempo di prepararsi alla nuova pandemia è adesso, non quando arriva”, ha voluto ribadire Tedros su X al termine dell’intervento.

Rezza: “Ci sarà un altro evento pandemico. Quando? Difficile dirlo”

Sulla stessa linea anche Giovanni Rezza, professore straordinario di Igiene presso l’università Vita-Salute San Raffaele di Milano e in prima linea nella lotta al Covid durante la pandemia. Secondo Rezza “che un altro evento pandemico possa prima o poi manifestarsi è nelle cose. È risaputo. Abbiamo superato il Covid ma questo non significa che non avremo più pandemie. Prima o poi è possibile che se ne manifesti una nuova. Quando non lo sappiamo. Potrebbe essere tra un mese, un anno, tra 10 anni, tra 50″, spiega l’epidemiologo italiano che nel corso del periodo più nero della pandemia ha ricoperto numerosi incarichi  all’Istituto italiano di sanità e come consulente del Ministero della Salute.

Anche in questo caso il medico italiano, pur ribadendo che non esistono segnali imminenti di pericolo, lancia comunque un allarme: “Non c’è alcun segnale che stia accadendo qualcosa di nuovo, ma questo non vuol dire che non dobbiamo farci trovare preparati, perché non si può escludere che prima o poi accada. Le parole di Tedros a Davos – aggiunge – in un certo senso non esprimono nulla di nuovo. È successo tre volte durante il secolo scorso col virus influenzale, ricordiamo la Spagnola, l’Asiatica e l’Hong Kong. Abbiamo avuto in questo secolo un evento pandemico rappresentato dall’H1n1 nel 2009, abbiamo scongiurato anche un’epidemia con la Sars nel 2002-2003, fermata in tempo grazie agli sforzi dell’Oms e della comunità internazionale, e abbiamo avuto il Covid”. “Pensando alle pandemieaggiunge – innanzitutto si pensa a quelle da virus influenzale: tutti i piani pandemici erano mirati a queste ultime. Col Covid e’ comparso un virus nuovo: l’Oms lo aveva definito ‘malattia X’. Potrebbe uscire fuori un virus che non ci aspettiamo. Tedros ribadisce che dobbiamo essere preparati, non solo relativamente all’influenza ma occorre stare attenti anche ad altri virus respiratori”.

L’Oms lancia un nuovo allarme sulle pandemie. In Italia i medici tornano alla carica – Litalianews.it

Rezza e gli obiettivi per il futuro

L’obiettivo principale dei medici deve essere  quello di tenere aggiornati i piani pandemici, “fare le esercitazioni, tenere le scorte, prepararsi a sviluppare vaccini in breve tempo, farmaci virali”. “In Italia – conclude – si sta approntando un aggiornamento del piano pandemico. All’interno dell’Ue vi è poi un’Authority di sanità pubblica che si chiama Hera che ha trattato con le aziende la disponibilità di vaccini e il nostro Paese aveva acquistato un’opzione nei confronti di vaccini contro virus influenzali pandemici. Sappiamo però delle difficoltà in cui si trova l’Ssn. Finanziare e rafforzare la sanità e’ importante, insieme alla medicina territoriale”

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