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Fermo, omicidio Nnamdi. L’assassino: “Tutto ciò che ho vorrei donarlo alla vedova”

Amedeo Mancini, ritenuto responsabile della morte del nigeriano Emmanuel Chidi Nnamdi, rimane in carcere. Per lui il Gip non ha convalidato il fermo ma ha disposto contestualmente la custodia cautelare in carcere. Intanto il trentanovenne dichiara di voler lasciare alla vedeva dell’uomo tutto ciò che possiede

Era lo scorso 5 luglio quando, Emmanuel Chidi Nnamdi, richiedente asilo, nigeriano di 36 anni, è stato picchiato nel pieno centro di Fermo, nelle Marche. L’uomo dopo essere entrato in coma, è morto poche ore più tardi. Ad aggredirlo Amedeo Mancini, originario di Fermo, ultrà di destra, 39 anni, agricoltore con la passione della box, con alle spalle una condanna definitiva per rissa aggravata, precedenti di polizia per lesioni dolose e 3 divieti di accedere alle manifestazioni sportive per reati commessi allo stadio. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo, nigeriano, avrebbe difeso la moglie dai pesanti insulti che Mancini le rivolgeva. Il migrante avrebbe colpito il fermano con un paletto metallico, facendolo cadere a terra. A quel punto, secondo la ricostruzione operata dagli agenti di Polizia del Commissariato di Fermo, il trentanovenne avrebbe dato seguito al pestaggio a sangue dello straniero, riducendolo in fin di vita. Dichiarazione contestata dalla moglie di Emmanuel che invece dichiara che il primo ad aggredire è stato l’ultrà. Ad oggi il Gip, Marcello Caporale, non ha convalidato il fermo nei confronti di Mancini, ma ha disposto contestualmente la custodia cautelare in carcere. «Non ho ancora letto il dispositivo quindi non conosco le motivazioni, possibile che fra queste ci sia anche la sua condotta», ha dichiarato l’avvocato difensore di Mancini, Francesco de Minicis. L’avvocato ha escluso per ora il ricorso a una perizia psichiatrica verso il suo assistito.

L’assassino vuole donare la sua eredità alla vedova
«Ho poco da offrire, ma tutto ciò che ho vorrei donarlo alla vedova di Emmanuel. Sto male perché sento di avere la responsabilità morale di quanto è avvenuto», ha dichiarato Mancini al termine dell’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari. L’uomo, ha espresso la volontà di consegnare le sue proprietà. Un terzo di una casa colonica con un piccolo pezzo di terra ereditato dal padre, per risarcire perlomeno simbolicamente Chinyere, la vedova di Emmanuel Chidi Namdi.

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