L’incidente è avvenuto durante la Festa del sacrificio, la più importante ricorrenza religiosa per i musulmani impegnati nell’Haij, a pochi chilometri da La Mecca. Morti calpestati 250 fedeli a causa di una “fuga improvvisa”. Centinaia i feriti
Duecentocinquanta le vittime a Mina, città santa a 5 chilometri da La Mecca, nella ressa del primo giorno di Eid al-Adha, la Festa del Sacrificio, la più importante ricorrenza religiosa per i musulmani impegnati nell’Haij, il rituale pellegrinaggio che ogni anno attende l’arrivo di oltre due milioni di fedeli. A diffondere il bilancio dei morti, che è ancora in aggiornamento, la Protezione Civile dell’Arabia Saudita, che ha anche riferito che i feriti schiacciati dalla folla sono oltre 450. I soccorritori sono ancora al lavoro per assistere i pellegrini, mentre altre squadre starebbero sgomberando la zona e indirizzando i fedeli in percorsi alternativi per evitare ulteriori tragedie causate dalla ressa. La polizia locale avrebbe riferito alle televisioni arabe che a provocare tale ressa sarebbe stata “una fuga improvvisa”. La tragedia è avvenuta a sole due settimane dal crollo di una gru sulla Grande Moschea di La Mecca, sottoposta da mesi a imponenti lavori di ristrutturazione, che ha causato un centinaio di morti. Dopo l’incidente le autorità saudite, in vista del pellegrinaggio, avevano deciso di rafforzare le misure di sicurezza dispiegando 100mila agenti con il compito di seguire l’intero rito. Tuttavia tale accorgimento non ha impedito il peggio e adesso si teme che il bilancio dei fedeli morti possa continuare ad aumentare.
L’Eid al Adha è la più importante festa islamica annuale, in cui i fedeli, indossando l’abito tradizionale (due pezzi di stoffa bianca senza cuciture), che simboleggia la resurrezione e l’unità tra i fedeli, sono chiamati ad effettuare un lungo tragitto che collega La Mecca a Mina, alloggiando in grandi tende nel deserto per pregare e recitare il Corano, e affrontando la tappa delle tre steli contro le quali dovranno lanciare sette pietre, simbolo della lapidazione di Satana effettuata dal profeta Maometto. Ogni musulmano che ne abbia le possibilità è obbligato per almeno una volta nella vita a compiere questo pellegrinaggio nella città santa, dove puntualmente ogni anno perdono la vita decine di persone, pestate dalla calca o colpiti da malori vari durante questa fase.
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