La sua fidanzata era all’ottavo mese di gravidanza, ma lui non voleva diventare padre così giovane. Così l’ha portata nel bosco, l’ha accoltellata e infine data alle fiamme. Incastrato dalle impronte su un coltello abbandonato distrattamente a pochi metri dal cadavere, il giovane assassino dovrà scontare 14 anni di pena
Maria Peiner era così innamorata e felice di aspettare un bambino dal suo fidanzato, Eren Toben, che nemmeno si rendeva conto che quello che interessava al futuro padre di suo figlio fosse solo la libertà, e non una vita di doveri e privazioni. E per questo che il giovane, un 20enne di Berlino, ha deciso di prendere la più estrema delle decisioni per riappropriarsi della sua vita, uccidendo la fidanzata di 19 anni, e il bimbo che portava in grembo da ormai 8 mesi. È successo nel gennaio del 2015 a Berlino, quando Eren e un suo compagno di classe, Paul Daniel Muller, diventato quindi suo complice, hanno attirato con l’inganno la ragazza, facendola salire sull’auto del suo futuro assassino dopo averla convinta ad uscire per andare a comprare qualche vestitino per il piccolo in arrivo. Lei felicissima, e senza nessuna esitazione, uscì con loro convinta di rientrare a casa nel giro di poche ore, ma a casa non vi fece più ritorno. La meta di Eren e Paul non era un centro commerciale, ma un bosco alla periferia di Berlino. Si consumò lì l’omicidio, anzi il duplice omicidio. I due prima colpirono Maria con un pezzo di legno, poi l’accoltellarono diverse volte allo stomaco. Infine, quando ancora era viva e cosciente, la cosparsero di combustibile dandola alle fiamme. Maria e il bambino che doveva nascere da lì a un mese morirono carbonizzati. Il corpo della giovane fu ritrovato 24 ore dopo da un passante che terrorizzato chiamò la polizia. Ad incastrare i due responsabili le impronte sul coltello che avevano abbandonato a pochi metri di distanza dal cadavere. Adesso dovranno scontare 14 anni di carcere a testa.
Ha abusato dell’amore di Maria per farle un’imboscata
«Per lui l’omicidio era la soluzione che gli avrebbe garantito la libertà e una vita felice. Ha abusato dell’amore di Maria per farle un’imboscata. Mentre era avvolta dalle fiamme la ragazza era ancora cosciente», ha detto il giudice Regina Alex durante il processo. «Per quanto riguarda il complice dell’omicidio, posso dire che ha agito solo con lo scopo di provare piacere nel distruggere la vita di un altro essere umano», ha aggiunto facendo riferimento a Paul Daniel Muller.
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